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Giornale di Taranto - LA SENTENZA- TARANTO/ Amianto: lavoratore delle Ferrovie ucciso da un mesotelioma, Inail condannata a riconoscere malattia professionale. Chiesto risarcimento di 1,3 mln
Mercoledì, 19 Giugno 2024 16:49

LA SENTENZA- TARANTO/ Amianto: lavoratore delle Ferrovie ucciso da un mesotelioma, Inail condannata a riconoscere malattia professionale. Chiesto risarcimento di 1,3 mln In evidenza

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Il Tribunale di Taranto ha condannato l’Inail al riconoscimento della malattia professionale di Pasquale Laperchia deceduto per un mesotelioma pleurico, causato dall’esposizione all’amianto durante il suo impiego presso le Ferrovie dello Stato (oggi RFI spa). Chiesti danni per 1,3 milioni. Lo dichiara l’Osservatorio nazionale amianto. Laperchia, nato e residente a Taranto, ha lavorato nelle Ferrovie per 35 anni come operaio manutentore. Durante questo lungo periodo, è stato esposto quotidianamente all\'asbesto senza adeguati dispositivi di protezione. Prima dell\'introduzione della legge 257/92, rileva l’Osservatorio, il minerale era ampiamente utilizzato per diverse applicazioni, in particolare veniva impiegato per rivestire tubazioni, isolare sistemi termici e acustici, nelle guarnizioni e componenti dei freni. Nel luglio 2019 l’uomo ha ricevuto la diagnosi di mesotelioma pleurico, una grave forma di cancro causata dall\'inalazione di fibre di amianto, e nel 2020 ha presentato domanda all\'Inail per il riconoscimento della malattia professionale, ma venne respinta. Nel 2021 il suo legale, Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto, ha presentato ricorso e prodotto le prove dell\'esposizione alla fibra killer, nonché le perizie del consulente tecnico d\'ufficio (CTU). Nel corso del giudizio, il lavoratore è deceduto all’età di 73 anni.  Adesso la condanna dell\'Inail, dice l’Osservatorio, “sancisce il riconoscimento professionale della malattia che darà diritto alla richiesta del risarcimento del danno. Bonanni ha già emesso l’atto della messa in mora per gli importi di 500mila euro per il danno subito dall’uomo e di circa ulteriori 400mila per ognuno dei due figli orfani, Dario e Igor, ai quali si aggiunge anche il nipote, orfano di una delle figlie, adottato dallo zio, per il quale è stato richiesto un ulteriore importo di 400mila euro”.