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Giornale di Taranto - LA CORTE EUROPEA SU EX ILVA-2/ Se danneggia la salute va sospesa. Le reazioni di istituzioni, associazioni, politici, sindacati, azienda alla storica sentenza
Mercoledì, 26 Giugno 2024 15:30

LA CORTE EUROPEA SU EX ILVA-2/ Se danneggia la salute va sospesa. Le reazioni di istituzioni, associazioni, politici, sindacati, azienda alla storica sentenza In evidenza

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Se ll acciaieria dell Ilva di Taranto presenta pericoli gravi e rilevanti per l\\\\\\\'ambiente e per la salute umana, il suo esercizio dovrà essere sospeso. E\\\\\\\' sicuramente questo uno dei passaggi salienti della sentenza della Corte di giustizia dell\\\\\\\'Ue su un ricorso dei cittadini ( 10 cittadini e un bambino di 10 anni colpito da una rara mutazione genetica facenti capo all Associazione Genitori tarantini) 

contro l impianto. Spetta al Tribunale di Milano valutare questi rischi. Una sentenza storica che ha fatto registrare reazioni  da parte del mondo istituzionale, politico, ambientalista, sindacale, industriale, alcune particolarmente in contrasto tra loro a dimostrare che le posizioni in campo sono diverse benché tutti auspichino che il verdetto sia rispettato e vengano messi in atto gli interventi richiesti dalla Corte Europea.

Sindaco di Taranto 

La sentenza della Corte di Giustizia dell\\\'Unione Europea sull’ex ILVA, con cui è stato stabilito che l\\\'attività industriale deve essere sospesa se pericolosa, ha una portata innovativa per le sorti della città di Taranto. Un concetto che avvalora le iniziative del sindaco della \\\"città dei due mari\\\" di questi ultimi anni, dalle ordinanze ai ricorsi in sede amministrativa, passando per la soluzione di un accordo di programma centrato sul tema della radicale decarbonizzazione e trasformazione tecnologica dello stabilimento siderurgico. 

 

\\\"Come commentato a caldo, nella veste di primo cittadino di Taranto, accolgo con rispetto e attenzione la decisione della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che ha stabilito un principio fondamentale: la salute dei cittadini e la salvaguardia dell’ambiente non sono negoziabili, come d\\\'altronde traspare anche dalla nostra Carta Costituzionale\\\", così il sindaco Rinaldo Melucci, che già nella giornata di ieri ha dato mandato agli Uffici tecnici del Comune di studiare la riassunzione nel merito della istanza pendente presso il TAR della Puglia Sez. di Lecce, in relazione all\\\'obbligo posto a carico di Acciarie d\\\'Italia di adottare tutte le misure necessarie per impedire il protrarsi delle  emissioni collegate all\\\'attività produttiva .

 

\\\"La sentenza emessa, come era tutto sommato atteso, - continua il sindaco- può ora orientare il lavoro del tribunale amministrativo, e ribadisce l’importanza di valutare concretamente l’impatto ambientale e sanitario delle attività industriali, in particolare quelle dell’acciaieria di Taranto, non reputando sufficienti limiti emissivi artatamente imposti da taluni provvedimenti legislativi dello Stato italiano, che per l\\\'appunto abbiamo contestato, a partire dall\\\'AIA del 2017. La Corte ha chiaramente sottolineato che, in presenza di pericoli gravi e rilevanti per l’ambiente e la salute umana, è necessario sospendere l’esercizio delle installazioni industriali. Questo ci sembra un passo avanti significativo verso la tutela dei diritti fondamentali dei cittadini, garantiti dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.

 

\\\"Adesso il Tribunale di Milano ha, inoltre, il compito di valutare i rischi specifici legati all’ex ILVA. È essenziale che questo processo sia condotto con la massima trasparenza e imparzialità, responsabilizzando il Governo italiano rispetto agli obiettivi e alle forme della gara con cui si vorranno affidare i compendi aziendali, considerando tutte le emissioni inquinanti, il loro cumulo e il loro effettivo impatto sulla salute e sull’ambiente, già a lungo ingiuriati.

 

\\\"L\\\'Amministrazione Comunale, più che mai impegnata nel processo di transizione che dovrà emancipare Taranto da modelli industriali e monoculture non più proponibili e certamente svantaggiose, continua a ritenere che l\\\'unica prospettiva sostenibile per la salute, l\\\'ambiente e anche il lavoro risieda in un accordo di programma di ampio respiro.

 

\\\"Confidiamo, perciò, - conclude il sindaco Melucci- che la sentenza della Corte di Giustizia dell\\\'UE possa rappresentare un punto di svolta decisivo per il rispetto dei diritti dei tarantini, specie delle future generazioni. Alla luce di tutto questo, non c\\\'è altro tempo da perdere e il Governo è chiamato a ripristinare e dare definizione al tavolo per l\\\'accordo di programma. Una fabbrica immutata, altrimenti, è destinata ad essere chiusa.\\\"

 

Presidente della Regione Puglia

 

“Questa  è una giornata memorabile non solo per la comunità di Taranto, ma per tutti i cittadini dell’Unione europea”: così il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha commentato la sentenza della Corte di giustizia dell\\\'Ue sull’ex Ilva, ora Acciaierie d’Italia, auspicando che ora il governo ottemperi \\\"agli obblighi imperativi e non più procrastinabili stabiliti dall\\\'Ue\\\".

    “Con una sentenza epocale\\\", ha affermato Emiliano, \\\"pronunciandosi nella causa di rinvio pregiudiziale sollevato dal Tribunale di Milano nell’ambito dell’azione inibitoria collettiva promossa da alcuni cittadini di Taranto per la tutela dei loro diritti alla salute e all’ambiente salubre gravemente lesi dall’acciaieria ex Ilva, la Corte di Giustizia dell’Unione europea ha stabilito che la Direttiva 2010/75/UE del Parlamento e del Consiglio deve essere così interpretata: la Valutazione del Danno Sanitario deve far parte integrante ed essenziale del procedimento di autorizzazione alla produzione e all’esercizio della stessa installazione; ai fini del rilascio e del riesame dell’autorizzazione all’esercizio dell’impianto, lo Stato deve considerare sempre tutte le sostanze emissive nocive dello stabilimento, anche se non sono state considerate nell’autorizzazione originaria”. E ancora, dice Emiliano citando la Corte Ue, “in presenza di un’attività industriale recante pericoli gravi e rilevanti per l’integrità dell’ambiente e della salute umana, lo stato non può differire per molti anni il termine concesso al gestore per adeguare l’attività industriale” e, infine, “in situazione di accertato pericolo grave per l’integrità dell’ambiente e della salute, l’attività industriale deve essere sospesa”. “Vedremo se lo Stato italiano ottempererà agli obblighi imperativi e non più procrastinabili stabiliti dall\\\'Unione Europea\\\", conclude Emiliano, \\\"la Regione Puglia condivide pienamente l’orientamento della Corte di Giustizia perché le esigenze della produzione non possono prevalere sulla tutela della salute e dell’ambiente”. 

 

 

Associazione Genitori Tarantinisentenza emessa, come era tutto sommato atteso, - continua il sindaco- può ora orientare il lavoro del tribunale amministrativo, e ribadisce l’importanza di valutare concretamente l’impatto ambientale e sanitario delle attività industriali, in particolare quelle dell’acciaieria di Taranto, non reputando sufficienti limiti emissivi artatamente imposti da taluni provvedimenti legislativi dello Stato italiano, che per l appunto abbiamo contestato, a partire dallAIA del 2017. La Corte ha chiaramente sottolineato che, in presenza di pericoli gravi e rilevanti per l’ambiente e la salute umana, è necessario sospendere l’esercizio delle installazioni industriali. Questo ci sembra un passo avanti significativo verso la tutela dei diritti fondamentali dei cittadini, garantiti dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.

 

Adesso il Tribunale di Milano ha, inoltre, il compito di valutare i rischi specifici legati all’ex ILVA. È essenziale che questo processo sia condotto con la massima trasparenza e imparzialità, responsabilizzando il Governo italiano rispetto agli obiettivi e alle forme della gara con cui si vorranno affidare i compendi aziendali, considerando tutte le emissioni inquinanti, il loro cumulo e il loro effettivo impatto sulla salute e sull’ambiente, già a lungo ingiuriati.

 

L\'Amministrazione Comunale, più che mai impegnata nel processo di transizione che dovrà emancipare Taranto da modelli industriali e monoculture non più proponibili e certamente svantaggiose, continua a ritenere che l\\\\\\\'unica prospettiva sostenibile per la salute, l ambiente e anche il lavoro risieda in un accordo di programma di ampio respiro.

 

Confidiamo, perciò, - conclude il sindaco Melucci- che la sentenza della Corte di Giustizia dell UE possa rappresentare un punto di svolta decisivo per il rispetto dei diritti dei tarantini, specie delle future generazioni. Alla luce di tutto questo, non c \'è altro tempo da perdere e il Governo è chiamato a ripristinare e dare definizione al tavolo per l\\\\\\\'accordo di programma. Una fabbrica immutata, altrimenti, è destinata ad essere chiusa.

 

Presidente della Regione Puglia

 

“Questa  è una giornata memorabile non solo per la comunità di Taranto, ma per tutti i cittadini dell’Unione europea”: così il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha commentato la sentenza della Corte di giustizia dell Ue sull’ex Ilva, ora Acciaierie d’Italia, auspicando che ora il governo ottemperi \\\\\\\"agli obblighi imperativi e non più procrastinabili stabiliti dall Ue 

    “Con una sentenza epocale ha affermato Emiliano, pronunciandosi nella causa di rinvio pregiudiziale sollevato dal Tribunale di Milano nell’ambito dell’azione inibitoria collettiva promossa da alcuni cittadini di Taranto per la tutela dei loro diritti alla salute e all’ambiente salubre gravemente lesi dall’acciaieria ex Ilva, la Corte di Giustizia dell’Unione europea ha stabilito che la Direttiva 2010/75/UE del Parlamento e del Consiglio deve essere così interpretata: la Valutazione del Danno Sanitario deve far parte integrante ed essenziale del procedimento di autorizzazione alla produzione e all’esercizio della stessa installazione; ai fini del rilascio e del riesame dell’autorizzazione all’esercizio dell’impianto, lo Stato deve considerare sempre tutte le sostanze emissive nocive dello stabilimento, anche se non sono state considerate nell’autorizzazione originaria”. E ancora, dice Emiliano citando la Corte Ue, “in presenza di un’attività industriale recante pericoli gravi e rilevanti per l’integrità dell’ambiente e della salute umana, lo stato non può differire per molti anni il termine concesso al gestore per adeguare l’attività industriale” e, infine, “in situazione di accertato pericolo grave per l’integrità dell’ambiente e della salute, l’attività industriale deve essere sospesa”. “Vedremo se lo Stato italiano ottempererà agli obblighi imperativi e non più procrastinabili stabiliti dall\\\\\\\'Unione Europea\\\\\\\", conclude Emiliano, \\\\\\\"la Regione Puglia condivide pienamente l’orientamento della Corte di Giustizia perché le esigenze della produzione non possono prevalere sulla tutela della salute e dell’ambiente”. 

 

 

Associazione Genitori Tarantini

 

\\\\\\\"Il 25 giugno 2024 sarà ricordato come una giornata storica, per Taranto.

Questo primo importantissimo risultato lo dedichiamo ai tarantini, bambini e adulti, che non ci sono più, a quelli che stanno soffrendo, lavoratori compresi, e ai loro familiari.

Lo dedichiamo anche a tutti coloro che non hanno mai mollato e ci hanno sostenuto in questi anni.

Questa sentenza consente al Tribunale di Milano di riaprire l\\\\\\\'azione inibitoria da noi presentata per portarla a conclusione, attenendosi scrupolosamente a quanto deciso dalla Corte di Giustizia dell\\\\\\\'Unione Europea.

I BAMBINI DI TARANTO VOGLIONO VIVERE e questa è la volta buona.

Non osino i politici (tranne Rosa D\\\\\\\'Amato, unica a essersi impegnata per questa causa) appropriarsi di questo risultato, a cominciare dal sindaco di Taranto, che non ha mai risposto alla nostra richiesta di sostenere l\\\\\\\'azione inibitoria.

Chiunque di loro dovesse provarci, sappia che verrà sbugiardato pubblicamente.

\\\\\\\"È dei bambini il tempo del gioco...\\\\\\\" (Archita di Taranto, IV sec. a.C.)

Che possa tornare ad essere così.\\\\\\\"

 

Antonio Lenti - Consigliere Comunale Europa Verde - Taranto

 

 

La città di Taranto sta vivendo un momento storico. 

Lo stabilimento Ilva cosi come lo conosciamo oggi è destinato a cambiare. C\\\\\\\'è chi lo vorrebbe più piccolo e decarbonizzato e chi, come noi, chiuso.

 

La fabbrica è ormai ridotta ai minimi termini. 

Impianti al collasso e in stato di pericolosità poiché scarsamente manutenuti, una produzione ai minimi storici e l\\\\\\\'inquinamento che continua ad essere costante, ed in alcuni casi, paradossalmente persino ad aumentare, come dimostra il trend sulle emissioni di benzene negli ultimi anni. Emissioni, che, seppur nei limiti di legge, secondo la Asl di Taranto \\\\\\\"non garantiscono l\\\\\\\'assenza di rischi per la salute umana\\\\\\\".

 

Ed ancora, una azienda in perdita, antieconomica, un buco nero in cui i governi, negli anni, hanno letteralmente bruciato miliardi nella speranza di tenerla in vita e che continua a sottrarre fondi al territorio, come quelli destinati alle bonifiche. Il tutto, con la notizia di un nuovo aumento dei cassintegrati. 

 

In questo quadro la politica, locale, regionale e soprattutto nazionale, dovrà interrogarsi ed agire di conseguenza.

E allora bisognerebbe chiedersi, come si può considerare ancora strategica questa fabbrica? A chi giova tenerla in piedi? Ma soprattutto, quante cose avremmo potuto realizzare con i fondi sperperati in tutti questi anni?

 

La sentenza della Corte di Giustizia Europea ha dimostrato ancora una volta, qualora ce ne fosse ancora bisogno, data la oramai vasta letteratura scientifica, i dati sull inquinamento e le molteplici sentenze, che la giustizia arriva sempre più spesso dai tribunali e sempre meno dalla politica. Una industria che non è riuscita ad ottemperare all Aia nonostante le continue proroghe, che continua ad inquinare mettendo a rischio la popolazione e che attualmente non ha nemmeno una autorizzazione per produrre, deve chiudere, non può restare aperta!

 

Sarebbe cosa buona e giusta non continuare a prorogare le scadenze, aggirare l\\\\\\\'ostacolo o imbavagliare la magistratura a suon di decreti, quello che viene sentenziato nelle aule dei tribunali, ma di provare ad essere coraggiosi e prendere una decisione netta. Abbiamo l\\\\\\\'occasione storica dopo sessant\\\\\\\'anni di chiudere la fabbrica, di svoltare e porre fine alla sofferenza di una intera città emancipandoci dalla monocultura dell\\\\\\\'acciaio una volta per tutte. 

 

Come Europa Verde, la nostra proposta è la stessa da anni. Utilizziamo i fondi del JTF per creare nuove opportunità lavorative e diversificare l\\\\\\\'economia della città e reimpieghiamo i lavoratori per smantellare gli impianti, ormai a fine vita, bonificare e decontaminare i terreni inquinati.

 

Nel frattempo, la si smetta di raccontare bugie agli operai, di parlare di finte transizioni ecologiche, di decarbonizzazione e di rilancio della produzione, che per Ilva non possono essere attuate, se non continuando ancora con le fonti fossili e con migliaia di licenziamenti.

 

La politica e i sindacati prendano atto della situazione, e tutti insieme abbiano il coraggio di porre la parola fine e di guidare questo processo, che diversamente potrebbe rivelarsi un vero e proprio disastro sociale.

 

Alessandro Marescotti presidente Peacelink

 

Finalmente giustizia! 

La storica sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea rappresenta un passo decisivo nella lotta contro l\\\\\\\'inquinamento dell\\\\\\\'#Ilva di Taranto, una lotta che rappresenta le nostre speranze per il futuro.

In prima linea in questa guerra di civiltà ci sono stati i Genitori Tarantini, cittadine e cittadini caparbi che con la loro tenacia e il loro dolore hanno saputo scuotere le coscienze e portare alla luce la drammatica realtà di una città strangolata dall\\\\\\\'inquinamento. La loro perseveranza, il loro rifiuto di arrendersi di fronte a ostacoli e indifferenza, sono un esempio per tutti noi.

Al loro fianco ci sono stati Maurizio Rizzo Striano e Ascanio Amenduni, avvocati che con la loro competenza e la loro dedizione hanno tradotto la rabbia e la disperazione in una battaglia legale impeccabile. La loro profonda conoscenza del diritto sono state armi preziose nella lotta per la salute e l\\\\\\\'ambiente.

E poi c\\\\\\\'è lei, Annamaria Moschetti, la pediatra tenace che con le sue ricerche e la sua determinazione ha portato la verità nuda e cruda di fronte ai giudici. La sua competenza e la sua passione sono state la risorsa nascosta per controbattere, nelle sedi legali, alle tesi opposte portate da governo e azienda.

A tutti loro, ai Genitori Tarantini, agli avvocati Rizzo Striano e Amenduni, alla dottoressa Moschetti, va il nostro più profondo elogio. La loro vittoria è una vittoria di tutti noi, un monito per chi pensa che la salute e l\\\\\\\'ambiente possano essere sacrificati sull\\\\\\\'altare della produzione ad ogni costo. È la dimostrazione che la giustizia, anche quando tarda ad arrivare, può giungere se lo si vuole e se si lotta.

Taranto oggi respira un\\\\\\\'aria di speranza.

La massima autorità europea ha infatti sancito quello che ogni buon padre di famiglia avrebbe detto, ossia che di fronte a pericoli gravi e rilevanti per l\\\\\\\'ambiente e per la salute umana, la produzione dell\\\\\\\'Ilva di Taranto dovrà essere sospesa. Spetta al Tribunale di Milano valutare adesso se le autorizzazioni dall\\\\\\\'azienda ricevute mettono in pericolo la salute pubblica e non è un caso che sia stato presentato in questi giorni uno studio di impatto sanitario aggiornato \\\\\\\"post operam\\\\\\\" (dopo l\\\\\\\'attuazione delle prescrizioni ambientali dell\\\\\\\'AIA) volto nuovamente a considerare accettabile il rischio alla luce delle novità introdotte dall\\\\\\\'attuazione dell\\\\\\\'AIA nel 2023. Anche su questo occorrerà lavorare per riportare l\\\\\\\'evidenza scientifica al servizio della salute pubblica.

 

Acciaierie d\\\\\\\'Italia

 

Sulla sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria dichiara “che la stessa fa riferimento a fatti risalenti al 2013, oggi ampiamente superati grazie agli ingenti investimenti effettuati per il risanamento ambientale, in particolare la copertura dei parchi minerari, opera unica in Europa”.  “L’obiettivo della nuova gestione straordinaria - afferma AdI - è stato sin da subito quello di lavorare per ottemperare a tutte le prescrizioni del Piano ambientale. Recentemente è stata consegnata al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e al ministero della Salute la Valutazione di impatto sanitario (VIS) sulla quale si baserà il riesame e dalla quale emergono elementi tranquillizzanti, fermo restando le valutazioni degli organi competenti”. 

 USB

 

“La sentenza della Corte di Giustizia Europea pone dei punti chiari ed imprescindibili, dicendo che, accanto alla valutazione del danno ambientale, va messa quella sanitaria. Inoltre, questa pronuncia bacchetta l\\\\\\\'Italia e dice no al ricorso indiscriminato alle proroghe dell\\\\\\\'Aia”, l’Autorizzazione integrata ambientale. Lo dichiara il sindacato Usb con Sasha Colautti e Franco Rizzo. “Questa pronuncia - sostiene l’Usb - dà la possibilità al Tribunale di Milano di bloccare, in presenza di determinate condizioni, l\\\\\\\'attività produttiva. Alla luce di tutto ciò, attendiamo una tempestiva convocazione dal Governo per discutere del futuro dei lavoratori e delle famiglie degli stessi, che operano in tutti i siti italiani siderurgici del gruppo”. “Bene quindi la pronuncia della Corte che parla chiaro, ma il Governo italiano - dice Usb - sia finalmente consequenziale, convocando i sindacati e individuando una strada che tenga insieme il rispetto della salute e dell\\\\\\\'ambiente da un lato, e dell\\\\\\\'occupazione dall\\\\\\\'altro”.   

 

FIOM Cgil

 

Quanto emerso dalla sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea non fa altro che confermare quanto più volte denunciato dalla Fiom-Cgil. La sentenza della Corte di Giustizia Europea conferma che il gestore dell \'ex Ilva deve ‘fornire, nella sua domanda di autorizzazione iniziale, informazioni relative al tipo, allentità e al potenziale effetto negativo delle emissioni’ e che ‘in caso di violazione deve adottare immediatamente le misure necessarie’ a garantire ambiente e salute”. Lo dice la Fiom Cgil con Loris Scarpa e Francesco Brigati. “Per mettere in sicurezza cittadini, ambiente e lavoratori - dice la Fiom - è necessario che tutti tornino al lavoro per intervenire sulle manutenzioni ordinarie e straordinarie. Al contempo il Governo e la gestione commissariale investano le risorse per introdurre le migliori tecnologie disponibili per il processo produttivo e di decarbonizzazione”. “E\\\\\\\' ora di farla finita con speculazioni economiche e politiche - conclude la Fiom -. La vita, il lavoro e l ambiente hanno bisogno di risorse e non di parole: il piano industriale e occupazionale di ripartenza deve tener conto della Valutazione d’impatto Sanitario Preventivo collegata alla nuova procedura di Autorizzazione Integrata Ambientale”. 

 

Fim Cisl 

 

Dopo la sentenza emessa oggi dalla Corte di Giustizia UE sull’ex Ilva, “si agisca ora migliorando tutti gli aspetti di salute, ambiente e sicurezza di lavoratori e cittadini”. Lo dice per la Fim Cisl nazionale il segretario Valerio D’Aló “Da quando è iniziata la vertenza ex-Ilva ora Acciaierie D’Italia - dice D’Alò - non abbiamo mai commentato le disposizioni o delle sentenze che via via venivano emesse perché riteniamo che qualsiasi cosa potesse andare nella direzione di rendere più sostenibile l’acciaieria sarebbe stata sempre positiva”. “Questo nostro atteggiamento di rispetto per la salute di lavoratori e cittadini - continua D’Alò - lo abbiamo avuto nel corso di tutta questa lunga vertenza, nei vari decreti e pareri della magistratura che si sono susseguiti per oltre un decennio e per noi, sarà sempre così” . “La sentenza della Corte Europea - sottolinea D’Alò - non deve farci paura ma deve mettere i ministeri competenti in condizione di dover pensare ad ulteriori migliorie da apporre nella predisposizione dell’Aia e del piano ambientale e comunque a tutte le azioni necessarie a rendere la produzione di acciaio sostenibile sul piano sanitario, della sicurezza e dell’ambiente. Per noi qualsiasi soluzione che abbia questo obiettivo”. “Il faro - conclude la Fim Cisl - deve essere quello di trovare, come nelle migliori esperienze siderurgiche europee, soluzioni che non mettano in contrasto diritti fondamentali come quello della salute e del lavoro ma far convivere entrambi dentro una cornice di sostenibilità ambientale e sanitaria perché non c’è lavoro degno senza salute dei lavoratori e del benessere dei cittadini”. 

 

Uilm 

 

\\\\\\\"La sentenza della Corte Europea va nella giusta direzione, quella che indichiamo da tempo per salvaguardare la salute dei cittadini e dei lavoratori di Taranto: la valutazione dell’impatto sanitario nelle autorizzazioni per la produzione di acciaio\\\\\\\": lo dichiara Rocco Palombella, segretario generale Uilm, che però sulla sentenza per l’ex Ilva rilevare come \\\\\\\"oggi siamo in una situazione differente e paradossale: da una parte abbiamo un piano ambientale quasi ultimato e dall’altra abbiamo uno stabilimento quasi fermo, con una produzione al lumicino, migliaia di lavoratori in cassa integrazione, con più persone a casa che in fabbrica, e l’assenza di un piano industriale e di rilancio\\\\\\\".      “Ci troviamo in una condizione disastrosa ma dal Governo e dai commissari - dichiara Palombella - è arrivato solo l’aumento della cassa integrazione per 5.200 lavoratori, di cui 4.400 a Taranto, oltre la metà del totale dei dipendenti del Gruppo”. “Ribadiamo al Governo la necessità improrogabile di accelerare e velocizzare la decarbonizzazione, con la costruzione di forni elettrici - chiede la Uilm -. Siamo stanchi delle promesse e delle passerelle, vogliamo fatti concreti, con progetti e scadenze ben precise. Siamo stanchi di slogan che diventano puri esercizi retorici in assenza di un piano industriale che esprima obiettivi certi con le relative fonti di finanziamento necessarie a traguardarli. Se davvero si vuole salvaguardare la salute e l’ambiente e rilanciare l’ex Ilva, ora è il momento di agire. Non saremo mai complici di un disastro ambientale, sociale, occupazionale e produttivo”, conclude Palombella.

Lu.Lo.