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Giornale di Taranto - Camera di commercio, i dipendenti di Taranto contestano la riforma Renzi
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Venerdì, 19 Settembre 2014 12:33

Camera di commercio, i dipendenti di Taranto contestano la riforma Renzi In evidenza

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Camera di commercio di Taranto Camera di commercio di Taranto

Nuove contestazioni da Taranto per il premier Matteo Renzi. Una delegazione di lavoratori del Sistema camerale tarantino (Camera di commercio, Azienda speciale Subfor, CSA Consorzio Servizi Avanzati, Unioncamere Puglia e Società di sistema) ha partecipato sabato 13 settembre alla manifestazione di protesta svoltasi presso la Fiera del Levante a Bari contro la riforma delle Camere di commercio imposta dal Governo.

"Unendosi ai dipendenti delle altre Camere pugliesi - si legge nel documento dei dipendenti del sistema camerale tarantino - e portando un messaggio unitario sintetizzato in un documento, fra molte difficoltà consegnato al Presidente del Consiglio nel corso della inaugurazione della Fiera del Levante, anche i lavoratori tarantini hanno inteso ribadire la ferma opposizione ad un disegno di riordino che di fatto smantella il Sistema camerale italiano con gravissimi rischi per il già fragile tessuto imprenditoriale, per la tutela della legalità economica e per la promozione dei territori, nonché con certe e drammatiche ricadute occupazionali. Da mesi, ormai, va avanti, nella più assoluta indifferenza del Governo Renzi, una forma di protesta pacifica dei lavoratori camerali pubblici e privati, fortemente preoccupati innanzitutto per i tagli alle entrate delle Camere di commercio previsti dal D.L. 90/2014 (legge 114/2014), poi per i contenuti del Disegno di legge delega AS 1577,  attualmente in discussione nella I commissione Affari costituzionali in Senato, che, all'art.9, propone una incomprensibile riforma priva di vere ragioni economico – funzionali ed amministrative.In particolare, con riferimento al trasferimento del Registro delle imprese al Ministero dello Sviluppo economico, che si avvarrebbe di non ben definite amministrazioni a livello territoriale, perché togliere alle Camere di commercio un registro informatico e di gestione telematica della documentazione di indubbia efficacia, efficienza e con un alto grado di innovazione? Riforma che secondo Unioncamere comporterà un abbattimento del PIL nazionale e circa 2.500 esuberi nel Sistema camerale, cifra quest'ultima sottostimata secondo i lavoratori e che, a seguito dei tagli e delle novità eventualmente introdotte con il riordino, potrebbe essere addirittura superiore. In particolare, per l'area tarantina, già fortemente provata da un tasso di disoccupazione elevatissimo, ciò significherebbe l'ennesimo incremento nel numero delle persone disoccupate e, con ogni probabilità, anche considerata l'età media, non immediatamente occupabili".

I lavoratori della Camera di commercio di Taranto ricordano che "come già fatto con un documento trasmesso al premier, al ministro Madia e agli organi di informazione in estate e come ribadito insieme all'intero sistema camerale nazionale nelle manifestazioni nazionale del 23 luglio a Roma e regionale dello scorso sabato a Bari, i lavoratori della Camera di commercio di Taranto, dell'Azienda speciale Subfor, del CSA Consorzio Servizi Avanzati, dell'Unioncamere Puglia e delle Società di sistema chiedono nuovamente al Governo Renzi di interrompere una incomprensibile "congiura del silenzio" sull'argomento ed avviare un confronto diretto con loro e con le organizzazioni sindacali finalizzato ad analizzare gli elementi critici del D.L.90/2014 e del Ddl AS 1577 e a salvaguardare i livelli occupazionali".

Di seguito il testo integrale del documento consegnato a Matteo Renzi lo scorso 13 settembre.

CAMERE DI COMMERCIO:

VALORE AGGIUNTO PER L’ECONOMIA DEL PAESE

(NO ALLA DISMISSIONE DELLE COMPETENZE SI ALLA RIORGANIZZAZIONE)

 

Il progetto governativo di riorganizzazione delle Camere di commercio previsto dall’art. 9 del disegno di legge delega AS 1577 si sostanzia in una vera e propria rottamazione del Sistema camerale.

 

Il trasferimento del registro delle imprese al MISE e la soppressione del diritto annuale danno attuazione ad un percorso incomprensibile di smantellamento di un sistema di gestione telematica e digitale eccellente per efficienza ed innovazione.

 

La riforma così come proposta dal governo avrebbe una ricaduta sul sistema camerale in termini di servizi (impossibilità di erogare un qualsivoglia servizio) e sui livelli occupazionali (licenziamenti e mobilità) andando ad incidere negativamente su un sistema economico ed occupazionale che tutti gli indicatori danno già disastroso.

 

I dipendenti del sistema cameralecondividono la necessità di una riforma incisiva (con l’obiettivo di adeguare i servizi alle imprese ed ai territori di riferimento alle nuove sfide poste dalle straordinarie trasformazioni economiche che si sono manifestate negli ultimi anni), vogliono essere protagonisti del cambiamento e chiedono una riforma che rimoduli i compiti e le funzioni da svolgere.

 

Oggi il sistema delle imprese può disporre  di un ente:

  • vicino”, aperto e prossimo al territorio, fatto di persone e professionalità;
  • veloce”, con una media dei tempi di attesa migliore in assoluto rispetto alle altre Pubbliche Amministrazioni;
  • informato ed informatizzato”, dotato di un patrimonio di dati unico. Il Registro delle Imprese è l’archivio più completo ed aggiornato della realtà produttiva italiana, il cui funzionamento è preso come modello da adottare nel resto d’Europa. Inoltre, è strumento fondamentale per la tutela della legalità del sistema economico;
  • trasparente e virtuoso”, che non grava sulla spesa pubblica (anzi, contribuisce alle entrate statali cui versa quota dei suoi risparmi oltre agli oneri sociali e fiscali) e che si èadeguato alla normativa sulla trasparenza ed a quella sulla spending review, diversamente dalla gran parte delle Amministrazioni dello Stato;
  • che investe le risorse a favore della promozionedel territorio di competenza, ad esempio finanziando i Consorzi Fidi perché prestino garanzie alle imprese per l’accesso al credito, sostenendo l’internazionalizzazione, l’innovazione e l’aggregazione del tessuto produttivo e commerciale.

 

La vera riforma del sistema camerale deve prevedere losnellimento delle governance:

  • elezione diretta degli organi da parte delle imprese;
  • un numero limitato di consiglieri;
  • indennità di funzione (abolizione o drastica riduzione)
  • gratuità degli incarichi ricoperti in rappresentanza dell’ente.

 

I dipendenti del sistema camerale propongono che vengano ridefinite funzioni e compiti, che venga privilegiata una effettiva semplificazione amministrativa e vengano potenziate le attività di supporto, orientamento ed assistenza alle imprese (servizi specialistici).

 

La competenza e la professionalità dei dipendenti del sistema camerale devono essere utilizzate per un reale rilancio dell’economia (no alla rottamazione delle conoscenze).

 

CHIEDIAMO CHE VENGANO ASCOLTATE LE ISTANZE DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI DEL SISTEMA CAMERALE E CHE VENGA AVVIATO UN CONFRONTO DIRETTO CON I LAVORATORI E LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI.

Ultima modifica il Venerdì, 19 Settembre 2014 13:05