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Giornale di Taranto - LA TRATTATIVA/ ArcelorMittal e Ilva in as verso l’accordo ma da città e sindacato pesanti accuse
Sabato, 22 Febbraio 2020 08:15

LA TRATTATIVA/ ArcelorMittal e Ilva in as verso l’accordo ma da città e sindacato pesanti accuse In evidenza

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Entro fine mese Ilva in amministrazione straordinaria e ArcelorMittal, salvo improvvise rotture degli ultimissimi giorni, sottoscriveranno l’accordo che dovrebbe spianare la strada alla “nuova” Ilva, quella con la partecipazione dello Stato accanto al privato Mittal e l’introduzione dei forni elettrici accanto agli altiforni a ciclo integrale per avere sostenibilità ambientale dal punto di vista produttivo. Ieri i commissari di Ilva in as hanno incontrato i loro avvocati per un’ulteriore verifica sui testi e, da quanto apprende AGI, il lavoro procede spedito. “L’accordo dovremmo farlo, ci sono le basi per arrivarci”, spiega una fonte vicina al dossier.

   Ma proprio nel giorno in cui si fa un altro passo avanti per l’intesa, sia da Taranto, attraverso il sindaco Rinaldo Melucci, che dal sindacato, con Rocco Palombella, segretario generale Uilm, partono accuse pesanti. il sindacalista parla di “trattativa farsa” che “serve solo a far uscire ArcelorMittal dall’Italia. L’accordo che il Governo e la multinazionale stanno discutendo - sostiene - si limita a spostare il problema in avanti, magari al prossimo esecutivo”. Palombella giudica “irrisori” i 500 milioni che ArcelorMittal dovrà versare (400 cash e 100 di magazzino) per uscire a novembre qualora le condizioni dell’accordo di fine febbraio non si realizzassero, visto che l’accordo del 2018 al Mise  prevedeva investimenti per 4 miliardi. 

 

Ancora più netto Melucci che scrive al premier Giuseppe Conte invitandolo a rompere ogni discorso con Mittal. Per il sindaco, gli ultimi anni “non hanno prodotto progressi degni di nota. Presidente - scrive il sindaco al premier - ci difenda lei, interrompa subito ogni dialogo con questi signori, non c'è più niente da fare. Noi agiremo già da oggi di conseguenza”. 

   Sia pure partendo da sponde diverse, sindacato e sindaco manifestano una stessa preoccupazione: che quello di febbraio non sia un accordo vero e strutturato, ma solo una soluzione tampone. Giusto per guadagnare tempo tra primavera ed estate. Da fonti vicine al dossier si apprende infatti che l’intesa che verrebbe sottoscritta non fa riferimento né al nodo occupazione (eppure per mesi si è parlato di esuberi e al Mise, a dicembre, Mittal ha stimato 4.700 unità in eccesso) né a quello dello scudo penale (sottolineato invece come molto importante nella nuova memoria di difesa che i legali di Mittal hanno presentato la sera del 31 gennaio al Tribunale di Milano in vista dell’udienza del 7 febbraio, poi rinviata al 6 marzo).

   “In effetti - spiega una fonte - la partita vera non si gioca adesso ma a novembre, quando si configurerà definitivamente il piano industriale e dovranno esserci la ricapitalizzazione della società e la costituzione della newco per il preridotto. Solo allora - si afferma - si entrerà davvero nel merito dei numeri sia della produzione che della forza lavoro da impiegare”. Se così fosse, si avrebbe un ennesimo periodo di attesa, che però non sta bene a tutto il sindacato che da tempo chiede di uscire dall’incertezza.

 

 Il sindaco di Taranto, invece, ha attaccato duramente ArcelorMittal chiedendo al Governo di abbandonare ogni trattativa, perché la società gli ha nuovamente sbarrato il passo - introducendo nuove argomentazioni - sulla revisione dell’Autorizzazione integrata ambientale. Il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, ha accolto già da fine maggio scorso la richiesta del sindaco, ha aperto il relativo procedimento, ma ArcelorMittal, spiega una fonte, “si oppone perché ritiene che rivedere l’Aia equivalga ad una modifica contrattuale”.

   L’attuale Aia, cioè l’insieme delle prescrizioni con i relativi tempi di attuazione, è quella normata da un dpcm di settembre 2017. Il sindaco, invece, da mesi chiede che si introduca la Valutazione del danno sanitario per misurare se l’incremento produttivo è compatibile con la salute della popolazione. L’aspetto non è secondario, perché, si osserva, sinora il confronto con Mittal ha riguardato solo Mef e Mise, oltre alla presidenza del Consiglio, mentre del ministero dell’Ambiente non c’è traccia.

   A ciò infine si aggiunga l’evidente insoddisfazione del sindaco sul fatto che il nuovo decreto legge Cantiere Taranto (annunciato da Conte a novembre e dicembre) ancora non vede la luce. E insieme al decreto con le misure di rilancio che non c’è, si osserva in Comune, resta in stand by anche il Contratto istituzionale di sviluppo con circa 500 milioni di risorse che ancora non si riescono a mettere a frutto.