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Giornale di Taranto -
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Quello che non ti aspetti è puntualmente avvenuto. La discussione del punto relativo al piano Cimino (1000 alloggi e l'ampliamento del centro commerciale Auchan) ha provocato un vero e proprio terremoto a palazzo di città con il sindaco Stefàno che é stato lì lì per rassegnare le dimissioni. Poi la decisione: azzeramento della Giunta e palla al centro. A scatenare la decisione di Stefàno la posizione assunta dai consiglieri comunali del Pd che chiedevano di rinviare ogni decisione sull'argomento in attesa del pronunciamento del Tar. Una posizione non gradita al sindaco e a parte della sua maggioranza. Del resto, lo stesso Stefàno, in più di un'occasione, non ultima il dibattito organizzato lunedì pomeriggio dal nostro giornale, ha ribadito il suo "no" al progetto di espansione urbanistico-commerciale. Corroborante, in questo, anche dalle associazioni di categoria dei commercianti da sempre contrarie al piano che, se realizzato, avrebbe potuto mettere a serio rischio il commercio tarantino alle prese con una crisi che morde il settore. Poi, ieri pomeriggio, il colpo di scena con il sindaco pronto a mollare. Una decisione che ha avuto lo spazio di un respiro perché, ha spiegato il sindaco, "non posso abbandonare la città alle prese con mille problemi". Di qui il provvedimento firmato in tempo reale di azzeramento della Giunta. L'ennesimo dell'era S StefànStefàno.

Una moltitudine di studenti ha riempito gioiosamente l’Auditorium della Fondazione San Raffaele Cittadella della Carità per la sesta edizione del Concorso in memoria di mons. Guglielmo Motolese, fondatore della Cittadella. 

Taranto città di frontiera, città di accoglienza; San Cataldo patrono dei forestieri - questo l’argomento su cui i giovani di Taranto si sono espressi, con lavori compiutamente preparati, che hanno mostrato il volto generoso e accogliente dei tarantini. Alla presenza del presidente e vice presidente della Fondazione, Gianna Zoppei e Catello Miro, l’arcivescovo mons. Filippo Santoro ha spiegato il senso della traccia di lavoro. “Mi sono chiesto:qual è il fenomeno che quest’anno ha maggiormente  caratterizzato la città e il territorio e come avrebbe reagito mons. Motolese? Se lui ci fosse stato sarebbe stato in prima linea di fronte a questa emergenza e così  ho deciso che il tema sarebbe stato sui migranti”. Ma prima di passare alla premiazione dei ragazzi mons. Santoro parla del presente e del futuro della Cittadella . “Gli obiettivi sono chiarissimi,  salvaguardare il cuore di mons Motolese,  la Cittadella è inseparabile dal servizio alla carità,  mantenere e se possibile  aumentare i livelli occupazionali della Cittadella,  offrire un rigore nella ricerca scientifica, perché  la carità  si deve fare bene. In questa prospettiva mi sto prodigando perché ci siano le condizioni per andare avanti da soli, la direzione individuata con Gianna Zoppei, Lelio Miro ed il CdA  e la presenza dell’assessore Donato Pentassuglia costituiscono  un segnale positivo per raggiungere questi  obiettivi”.

L’assessore alla Sanità della Regione Puglia Donato Pentassuglia ha  affermato che è necessario lavorare tutti insieme perché i tanti sacrifici portino ad un risultato. “Per noi la Cittadella della Carità è un punto di riferimento. Quello che i sogni di tanti lavoratori di questo territorio e la lungimiranza di mons. Motolese hanno realizzato, cioè una struttura del genere,  è per noi un impegno morale. Sono contento della traccia di lavoro scelta quest’anno, perché l’accoglienza si realizza con le azioni concrete.  Questo territorio propone, non aspetta. La Regione sta lavorando perché questa importante struttura rimanga nel Sistema Salute e  dei servizi alla persona.  Ognuno deve assumersi la propria quota parte di responsabilità, solo così si può raggiungere la meta. Mi auguro di poter parlare a breve ai lavoratori della Cittadella, delineando un percorso definito”.

Dopo i saluti di Fabrizio Nardoni, Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia e di Vincenzo Baio, Assessore alla Sanità del Comune di Taranto, si è proceduti alla premiazione dei lavori.

Per la sezione Scuola Secondaria Superiore hanno vinto la borsa di studio di 500 euro Gaia Costantini e Gabriele Pisto del Liceo Archita, con un lavoro multimediale, e Claudia Rivizzigno  del Liceo Aristosseno con un elaborato scritto. Ma i ragazzi di Taranto, che si sono definiti scherzosamente “gli ori di Taranto” hanno emozionato con i lavori presentati, effondendo in tutti gli adulti presenti la speranza che un futuro diverso e migliore per Taranto sia possibile. Così a loro sono stati destinati altri 1000 euro, poiché non sono arrivati lavori da una sezione.   Cinque borse di studio da 200 euro l’una sono andate a Simone Villani del Liceo Battaglini, Andrea Giuliano dell’Itis Pacinotti, Marika Dompietro dell’Istituto Cabrini,  Nicoletta  Francesca Carpenito e Miriam Galerati del Liceo Aristosseno e Ilaria Calò del Liceo Archita. Video, immagini di sbarchi, di fratelli in difficoltà, ma anche di risate, balli e partite di pallone tra giovani dalla pelle di diverso colore, accomunati però dal desiderio della costruzione di un futuro. I lavori presentati rendono orgogliosa una città  che ha saputo dimostrare forza ed esprimere solidarietà proprio nei momenti più difficili.

Per il Seminario Arcivescovile sono state decise due borse di studio per il lavoro multimediale, realizzato da Cristian La Neve, Ioas Russo, Alessandro Stamerra e Angelo pastore, e per l’elaborato scritto realizzato da Giuseppe Basile, Mattia Bembo e Angelo Pastore.

Poi  dall’Africa sono arrivate la lettera di Davis, ex studente del Centro di Formazione Professionale “Mons. G. Motolese” di Malindi, in Kenya, unitamente ad una lettera di ringraziamento del vescovo di Malindi, mons. Emmanuel Barbara.  Hanno scritto per ringraziare la scelta della Fondazione di destinare 1000 euro alla scuola nata sotto l’egida di mons. Motolese. Grazie a questa cifra quattro studenti studieranno per un anno in regime di convitto. La carità di cui ha impregnato la sua Opera e la sua lunga vita mons. Motolese pulsa anche in Africa, e parla di fratellanza, di accoglienza, ma anche di sostegno e formazione. Perché se c’è una cosa che mons. Motolese ha sempre insegnato è che ogni cosa deve essere sempre fatta al meglio. 

Lecce si conferma il primo capoluogo del sud nella classifica nazionale piazzandosi al 21° posto. Bari occupa il 65º, Taranto l'80° e Foggia l'82º mentre gli altri Capoluoghi di Provincia non presentano i dati e restano esclusi dalla graduatoria. In Puglia sono pari al 29,4% le scuole che necessitano di interventi di manutenzione urgente. Sotto la media nazionale i dati relativi alla messa a norma e all'acquisizione delle certificazioni degli edifici scolastici pugliesi.
Ripartire da quelle opere davvero utili per sbloccare l'Italia e darle un nuovo futuro. Tra queste opere ci sono anche gli edifici scolastici italiani, molti dei quali, più di 41mila, hanno bisogno di interventi di riqualificazione e messa in sicurezza come emerge dalla quindicesima edizione di "Ecosistema Scuola", l'indagine annuale di Legambiente sulle strutture e dei servizi della scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado di 94 capoluoghi di provincia.Anche quest'anno la fotografia scattata da Legambiente è poco rassicuranteil 58% delle scuole è stato costruito prima dell'entrata in vigore della normativa antisismica del 1974. Il 32,5% necessita di interventi urgenti di manutenzione. Il 9,8% degli edifici si trova in aree rischio idrogeologico, il 41,2% in aree a rischio sismico e l'8,4% a rischio vulcanico. Calano al 30,9% gli edifici dotati dei certificati essenziali come quello della prevenzione incendi, mentre solo 22,2% sono le scuole dove è stata effettuata la verifica di vulnerabilità sismica. La crisi economica e la minore disponibilità dei Comuni ad investire, anche a causa dei vincoli posti dal patto di stabilità, ha portato inoltre ad un calo delle scuole che hanno servizi scuolabus (22,5%) e pedibus (5,2%). Dati positivi arrivano, invece, dalle pratiche sostenibili come la raccolta differenziata che registra il trend positivo del 2012. Diminuiscono invece i fondi destinati alla manutenzione ordinaria e straordinaria. La difficoltà delle scuole italiane è testimoniata anche dalle storie di ordinaria emergenza di molte scuole superiori, la cui competenza rimane alle province. Legambiente chiede che lo stesso percorso previsto per i comuni vada esteso anche alle province, che devono avere la possibilità di sbloccare le risorse disponibili uscendo dal patto di stabilità. Accanto alle emergenze, ci sono le esperienze e le eccellenze che fanno ben sperare
A guidare la graduatoria della qualità dell'edilizia scolastica anche quest'anno sono sempre le città del nord con Trento in prima posizione seguita da Pordenone (2º) e Forlì (3º). Unica eccezione è la citta di Prato in quarta posizione, seguita da altre città del nord: Reggio Emilia (5º), Piacenza (6º), Sondrio (7º), Bergamo (8º), Verbania (9º) e Bolzano (10º). Il sud rimane ancora indietro e compare solo a metà classifica con Lecce (21°). Tra le novità di quest'anno, c'è da segnalare invece il ritorno in graduatoria di Roma (che ha fornito dati sufficienti per essere inserita in graduatoria) e di Verona. C'è poi il nuovo ingresso di Aosta che per la prima volta ha partecipato all'indagine di Legambiente.

ANALISI E DATI – Temi chiavi di questa XV edizione di Ecosistema Scuola, che raccoglie i dati relativi al 2013, sono la sicurezza e della qualità degli edifici scolastici, la perenne diversità della qualità del patrimonio edilizio legata alle diverse aree del Paese e agli investimenti, i servizi e le buone pratiche ecosostenibili. Tre ambiti sui quali Legambiente invita il Governo a Renzi ad investire per uscire da un quadro che in quindici anni di indagine non risulta migliorare.

Per quanto riguarda il tema della sicurezza, su 6.648 edifici, circa il 58% è stato costruito prima dell'entrata in vigore della normativa antisismica del 1974, mentre solo il 3,3% tra il 2001 e il 2013. In calo gli edifici scolastici dotati delle certificazioni essenziali. Scendono al 53,1% le scuole che hanno il certificato di agibilità (contro il 61,2% del 2012); al 30,9% quelle dotate del certificato di prevenzione incendi (nel 2012 erano il 35,9%); al 58,1% quelle con il certificato di agibilità igienico-sanitaria (nel 2012 erano il 73,8%). Rimangano, invece, stabili i dati relativi agli impianti elettrici a norma (83,9%), mentre crescono quelli relativi alle porte antipanico che passano dal 90,2% del 2012 al 96, 8% del 2013. Sul fronte della bioedilizia e della sicurezza sono solo 0,6% (dato uguale al 2012) le scuole costruite secondo criteri di bioedilizia e sono il 7,8% quelle edificate con criteri antisismici. Per quanto riguarda la verifica della vulnerabilità sismica, sono il 22,2% gli edifici dove è stata effettuata contro il 27,3% del 2012; mentre se si considerano gli edifici dei soli Comuni a rischio sismico (zona 1 e 2) solo il 14,3% ha effettuato tale verifica (nel 2012 erano il 21,1%). In lieve crescita, invece, i dati sui requisiti in materia di accessibilità con l'84% degli edifici che ha i requisiti di legge; in calo quelli dove sono stati previsti interventi per l'eliminazione delle barriere architettoniche: si passa dal 16,4% del 2012 all'8,7% del 2013 a fronte di circa un 20% degli edifici che non possiede requisiti di accessibilità. Dalla ricerca di Legambiente emerge, inoltre, che il 32,5% degli edifici scolastici necessita di interventi urgenti, mentre il 47,7% è stato oggetto di manutenzione straordinaria negli ultimi 5 anni.

"La messa in sicurezza e la riqualificazione energetica degli edifici scolastici - dichiara Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente - devono essere uno degli obiettivi prioritari di questo Paese e un'occasione dalla quale partire per creare un altro sviluppo, per contribuire alla rigenerazione urbana, ma soprattutto per far uscire l'edilizia scolastica italiana dall'attuale stato di emergenza in cui si trova. Abbiamo bisogno di scuole più sicure ed energeticamente efficienti. Per questo proponiamo al Governo Renzi di vincolare i prossimi finanziamenti, che erogherà alle Amministrazioni, a progetti che uniscano messa in sicurezza e abbattimento dei consumi energetici del 50% rispetto ai consumi di partenza della scuola. Tra l'altro la stessa direttiva europea 2012/27 Ue sull'efficienza energetica chiede una riqualificazione annua del 3% degli edifici pubblici, un'opportunità che l'Italia non può perdere".

"Sul piano dell'edilizia scolastica – aggiunge Vanessa Pallucchi, Legambiente Scuola e Formazione – rimane tuttora la grande assente, l'anagrafe scolastica, mai pubblicata e preposta a orientare una programmazione interistituzionale costante nel tempo. Occorre, inoltre, una regia nazionale che orienti i finanziamenti su obiettivi di miglioramento qualitativo ben precisi anche consultando quei soggetti della società civile, che abbiano maturato nel tempo competenze specifiche per definire insieme obiettivi di miglioramento strutturale e funzionale degli edifici scolastici. Le nostre scuole devono diventare luoghi di eccellenza, portatrici di una cultura del cambiamento e attente ai bisogni strutturali, ambientali ed educativi".

Patrimonio edilizio ed investimenti – 
Tornando ai dati diEcosistema Scuola anche quest'anno per quanto riguarda la qualità del patrimonio edilizio emerge la disparità territoriale tra Nord, Sud ed isole del Paese. Nelle prime quindici posizioni della classifica nazionale troviamo, infatti, città medie e piccole del centro nord, mentre la maggior parte delle città metropolitane, esclusa Firenze al 17° posto e Torino al 23°, sono posizionate ben oltre la trentesima posizione. Indietro anche quest'anno il sud che compare solo a metà classifica con Lecce che è la prima città meridionale in graduatoria al 21° posto. Alla disparità territoriale segue quella degli investimenti riguardanti sia la manutenzione straordinaria sia quella ordinaria. Risorse che diminuiscono dal 2012 al 2013 in media per ogni singolo edificio di circa 22mila euro, così come per la manutenzione ordinaria, che vede in media per ogni edificio ridurre di quasi 2mila euro l'esigua cifra di 8808 euro dello scorso anno. La drastica diminuzione dei fondi destinati alla manutenzione ordinaria coinvolge anche quelle regioni storicamente virtuose come l'Emilia Romagna ed il Piemonte, che tornano a dichiarare interventi di manutenzione urgenti rispettivamente di circa il 20% e il 34% in più di scuole rispetto al 2009. Da segnalare come ancora una volta siano i comuni del nord e del centro a far da padroni nelle due top ten degli investimenti, mettendo più del doppio di euro a edificio rispetto alle regioni del sud, dove invece si registra una maggiore necessità degli interventi legati alla fragilità del territorio, al rischio idrogeologico, sismico e vulcanico.

Servizi per la scuola e buone pratiche ambientali – 
Nelle scuole diminuiscono i pasti interamente biologici, oramai presenti solo nel 4,8% delle mense scolastiche contro l'8,5% del 2012, così come la media di prodotti biologici che si attesta al 53,7%. Il 28,9% degli edifici è dotato di cucine interne alle scuole, mentre il 65,1% delle mense scolastiche serve l'acqua del rubinetto. Dati positivi, che confermano il trend del 2012, sono quelli relativi alla raccolta differenziata: plastica (76,8%), alluminio (57,8%), organico (67,9%), pile (58%), carta (83,4%), toner (64,4%). Unica eccezione il vetro che con il 68,8% risulta in calo rispetto all'anno precedente (73,3%). Positivi i dati sulla raccolta di altri materiali come i RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) che si attesta al 3%.

Sul fronte dei servizi, crescono gli edifici dotati di strutture per lo sport: si passa dal 52,2% del 2012 al 60% del 2013. Diminuiscono, invece, le scuole con giardini o aree verdi disponibili (72,4%), le biblioteche per ragazzi all'interno delle scuole (34,7%), gli edifici in Ztl (4%) e in Zone 30 (7,3%). In tema di mobilità casa-scuola e sicurezza urbana delle aree antistanti gli edifici scolastici, si registrano dati negativi complice la crisi economica e una minore disponibilità economica da parte dei Comuni. Calano infatti al 22,5% le scuole dotate di servizio scuolabus (contro il 30% del 2013) e pedibus che va dal 6,9% del 2012 al 5,2% del 2013. Diminuiscono, seppur lievemente, le aree di sosta per le auto vicino alle scuole (48,9%), gli attraversamenti pedonali (62,9%), i semafori pedonali (4,2%), la presenza di nonni vigili (16,6%), le piste ciclabili nelle aree antistanti le scuole (8,6%) e le transenne parapedonali (8,5%).

L'uso delle energie rinnovabili segna quest'anno uno stallo, fermandosi al 13,6%. Tra gli edifici che utilizzano rinnovabili, la maggior parte presenta pannelli fotovoltaici (78,1%), impianti solari termici (25,9%), impianti a geotermia e/o pompe di calore (3,3%), a biomassa (0,5%) e a biogas (0,1%). Cresce comunque la copertura dei consumi da fonti rinnovabili, con il 42,3%.

Per quanto riguarda gli edifici scolastici esposti a situazioni di rischio ambientale indoor e outdoor, il 92,2% dei comuni ha effettuato monitoraggi sulla presenza di amianto negli edifici scolastici. Preoccupa invece la diminuzione dei casi certificati di amianto che passano dal 10,5% del 2012 al 7,5% del 2013 e quelli relativi ai casi sospetti che scendono dal 2,2% del 2012 allo 0,1% del 2013. In flessione i dati sul radon, che viene monitorato dal 32% delle amministrazioni contro il 34,8% del 2012. I casi certificati restano costanti (0,5%), mentre non risulta significativa la crescita delle azioni di bonifica effettuate negli ultimi due anni. Segnali positivi e negativi si riscontrano per le fonti d'inquinamento ambientale esterne come elettrodotti, emittenti radio televisive, antenne dei cellulari. Se da una parte aumentano i controlli effettuati sugli elettrodotti posti in prossimità di edifici scolastici (10,7%) e sulle emittenti radio televisive (9,5%), diminuiscono invece quelli sulle antenne cellulari (20,5%) che tuttavia restano quelle maggiormente monitorate. In crescita i dati sugli edifici scolastici posti tra 1 e 5 km da aree industriali (13,3%), da strutture militari (2,8%), discariche (8,6%), aeroporti (10,3%). Più altalenanti quelli relativi a fonti d'inquinamento entro 1 km dagli edifici, con i parametri relativi alle aree industriali, alle discariche e agli aeroporti in crescita, mentre quelli attinenti alle strutture militari, alle autostrade e alle fonti d'inquinamento acustico sono in flessione. In crescita le scuole a meno di 60 metri da distributori di benzina (2,2%).

Graduatoria finale - 
Anche quest'anno si riconfermano in testa alla graduatoria nazionale di Ecosistema Scuola le città capoluogo del centro nord. Svetta al primo posto Trento, seguita da Pordenone (2º) e Forlì (3º), salite rispettivamente di due e cinque posizioni rispetto allo scorso anno. Ci sono poi Prato (4º), Reggio Emilia (5º), Piacenza (6º), Sondrio (7º), Bergamo (8º), Verbania (9º) e Bolzano (10º). Nella top ten da segnalare l'ingresso di Bergamo e Bolzano. Indietro anche quest'anno il sud che compare solo a metà classifica con la città Lecce (21°), mentre per la prima delle isole occorre scendere fino al 43º posto dove troviamo Catania. A guidare la graduatoria regionale sulla qualità dei servizi e dell'edilizia scolastica è l'Emilia Romagna, con tre città tra le prime dieci.

Tra i comuni in graduatoria, Bolzano e Reggio Emilia sono entrambi tra i primi dieci Comuni che investono di più sia in manutenzione straordinaria sia in quella ordinaria. Prato si distingue per l'installazione di impianti di energia rinnovabile, coprendo, negli edifici dove sono presenti impianti, il 100% dei consumi. Bolzano, Cuneo, Frosinone, L'Aquila e Pisa si caratterizzano invece per la somministrazione di pasti 100% bio. Sul fronte dei servizi, Frosinone, Imperia, Macerata, Olbia e Siena garantiscono il servizio di scuolabus a tutte le scuole; Bolzano e Treviso sono quelle con la maggior percentuale di edifici e alunni coinvolti nel servizio di pedibus.

Ad aprire la graduatoria delle grandi città c'è Firenze (17º), seguita da Torino (23º), Milano (36º) e Napoli (39º), ancora una volta prima tra le grandi città del sud. Nella parte bassa della graduatoria, salgono di diverse posizioni sia Bari (65º) sia Genova (75º), anche se quest'ultima risulta la più bassa in classifica tra le grandi città. Da segnalare infine il grande ritorno di Roma che, dopo diversi anni in cui presentava dati incompleti, torna finalmente in classifica occupando il 66esimo posto in graduatoria. La sua posizione, come per altri Comuni, risulta sfavorita dalla carenza di alcuni dati che riguardano soprattutto i parametri ambientali.

"L'inquinamento dell'aria e i gas serra prodotti dall'industria in Italia fra 2008 e 2012 sono costati all’Italia' fra i 26 e 61 miliardi di euro con una proiezione media di 40 mld pari a 2,5 punti di Pil secondo uno studio dell'Agenzia europea per l'Ambiente che ha calcolato i costi economici, sanitari e sociali dell’inquinamento”. Lo dichiara il leader dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: "Lo studio dell'impatto su salute e ambiente include morti premature, costi per la sanita', giorni lavorativi persi, problemi di salute, riduzione dei raccolti agricoli e proprio secondo questo studio l'Ilva di Taranto e' risultata nella top 30 degli impianti Ue piu' inquinanti con un danno medio di 2,5 miliardi di euro provocato per le emissioni nel periodo di 4 anni (2008-2012). Questo studio lo consegneremo alla Procura di Taranto e sarà di supporto nel processo per dimostrare quanti danni sono stati provocati. E' più che mai urgente che si smetta di essere tolleranti o di fare regali a chi inquina - conclude Bonelli -. Si applichi il principio chi inquina paga e agli inquinatori che non bonificano si sequestrino i beni e il patrimonio con cui avviare il risanamento ambientale del territorio e risarcire le popolazioni danneggiate: lo Stato dovrebbe investire in innovazione tecnologica, nell'economia pulite, nei trasporti sostenibili invece di danneggiare ambiente ed economia”.

 

Il piano Cimino, che prevede nella zona roientale di Taranto la realizzazione di 1000 alloggi e l'ampliamento del centro commerciale Auchan, continua a far discutere. Nonostante le rassicurazioni fornite dal sindaco Stefàno durante il dibattito "Dove va la città", organizzato dal nostro giornale, sulla volontà di non dare seguito al progetto, associazioni e gruppi politici continuano a prendere posizione. E domani, mercoledì 26, l'argomento sarà trattato in Consiglio comunale e si prevedono scintille.

Ad esprimere la propria contrarietà è, infatti, il Wwf Taranto. Secondo Fabio Millarte, responsabile dell'associazione tarantina, "l’ennesima espansione urbanistica della nostra città è in contraddizione con quanto messo in evidenza dal Rapporto Svimez sull’economia del Mezzogiorno 2014 che sottolinea il rischio di desertificazione umana per il Mezzogiorno, dove si continua a emigrare (116mila abitanti nel solo 2013) e a non fare figli e in cui nel 2013 continuano a esserci più morti che nati".

Secondo il responsabile del Wwf, infatti, perseverare "nella logica del consumo del suolo, in assenza di urbanistica sostenibile e di approccio olistico, sulla scorta di un piano regolatore sovraesteso (con previsione di 300.000 abitanti) significa ripetere gli errori del passato (dall’edificazione del primo grattacielo a deturpare il lungomare di Taranto, alla scelta di realizzare il quarto centro siderurgico malcollocato a ridosso del quartiere Tamburi, alla scelta infelice di “tombare” il lago della Salina con materiali di risulta)".

Per questi motivi il Wwf Taranto ribadisce la convinzione che la riqualificazione del Borgo umbertino e delle periferie, attraverso "una politica urbanistica razionale e lungimirante che ponga un freno all’espansione della città" nonché "la difesa e valorizzazione del paesaggio e della natura siano scelte felici anche dal punto di vista economico per i riverberi sullo sviluppo del turismo culturale e dell’ecoturismo in Puglia, la nuova frontiera di un turismo sostenibile e responsabile che attrae sempre più le nuove generazioni di turisti provenienti da tutto il mondo".

Più spiccatamente critico nei confronti dell'amministrazione comunale è il consigliere dei Verdi per Taranto respira, Angelo Bonelli, il quale fa notare come non gli sia mai capitato "di vedere una delibera, come quella della lottizzazione/ piano particolareggiato in località Cimino, firmata alla velocità della luce. Cosa c’è che non va e che mi ha lasciato senza parole? In data 27 marzo 2014 - spiega Bonelli - veniva recapitata al protocollo del gabinetto del sindaco una diffida da parte delle società “gallerie commerciali italia spa“ e “due mari srl“  per procedere all’approvazione del piano particolareggiato in località Cimino. Nemmeno il tempo di consegnare la diffida agli uffici, avere il tempo di leggerla che la delibera era già pronta. Infatti alcune ore dopo il ricevimento della diffida - aggiunge il consigliere comunale - veniva firmata il 28 marzo una delibera che accoglieva la richiesta delle due società. Questa delibera  a firma dell’assessore alla pianificazione urbanistica, del dirigente e del responsabile del servizio dà mandato al dirigente della direzione urbanistica di procedere alla redazione di un piano particolareggiato in località Cimino. Domanda. Come si è riusciti a realizzare una delibera in poche ore alla velocità della luce inserendo tra le motivazioni della delibera anche il ricevimento di una diffida che era arrivata poche ore prima? Sono semplicemente senza parole".

Non solo, Bonelli sottolinea anche il fatto che lo scorso 7 novembre veniva recapitata ai consiglieri comunali di Taranto il ricorso al Tar per chiedere la nomina di un commissario ad acta per il rilascio dell'autorizzazione. "Nel ricorso - spiega Bonelli - si fa riferimento al parere positivo rilasciato dagli uffici del comune e per queste ragioni lamentando la lentezza della decisione da assumere da parte del comune, presentano ricorso al Tar. La prima domanda è: come è stato possibile che la direzione Urbanistica del comune ha rilasciato parere positivo in assenza di un'indirizzo urbanistico da parte del comune stesso?  Voglio ricordare che la semplice previsione di piano regolatore non conferisce alla proprietà dei terreni nessun diritto acquisito, come stabilito con sentenze della cassazione in sede civile. Ad oggi non c'è nessuna convenzione o atto che obbliga l'amministrazione a procedere che ha sempre il dovere nella pianificazione urbanistica di salvaguardare l'interesse pubblico. Noi Verdi - conclude Bonelli - diciamo no a una nuova e drammatica colata di cemento con conseguenze sociali ed economiche negative danneggiando la piccola distribuzione.
 Il territorio palude Erbara - Salina Grande, interna al bacino idrografico del Mar Piccolo, è un'area caratterizzata da un delicato ed importante ecosistema ambientale e paesaggistico ed è classificata come un Sic (sito di importanza comunitaria)".

 

  

                        

Il mercato illegale non conosce crisi. Purtroppo la attuale fase recessiva che sta attraversando il Paese, sembra avvantaggiare il mercato illegale.

"Acquistare prodotti contraffatti come alimenti, capi di abbigliamento, calzature,  musica, videogiochi e tant’altro ancora, finanche prodotti farmaceutici e cosmetici, - sottolinea Confcommercio - per tre consumatori sui quattro rappresenta la normalità, nonostante  i rischi per la salute e la sicurezza. La Giornata della Legalità (26 novembre), appuntamento annuale di Confcommercio, è un occasione per porre all’ attenzione di istituzioni e media i  fenomeni criminali che più incidono sul terziario di mercato".

Contraffazione, abusivismo: il fenomeno è in crescita. Aecondo uno studio di Confcommercio, infatti, rispetto allo scorso anno l’acquisto di prodotti illegali e l’utilizzo di servizi erogati da soggetti non autorizzati è in aumento: il 27% dei consumatori – in prevalenza uomini - acquista griffe false e prodotti contraffatti.

"Contraffazione e abusivismo - aggiunge l'associazione di categoria dei commercianit - sono due delle varie forme di illegalità, spesso  volti della stessa medaglia, che più incidono  sull’andamento delle imprese del commercio, dei servizi e del turismo. Per il 60,8% delle imprese infatti la concorrenza sleale rappresenta una delle principali cause della riduzione dei ricavi e del fatturato, se non addirittura delle mancate vendite (per il 37,5%), e della difficoltà a mantenere i livelli occupazionali (15%).  I prodotti più acquistati sono abbigliamento (46,6%), prodotti alimentari (38%), accessori e occhiali (33%), calzature e borse (24%), farmaci e prodotti parafarmaceutici (21,2%). L’acquisto di un prodotto illegale purtroppo - conclude Confcommercio - è legato a comportamenti consapevoli per oltre il 32% dei consumatori nel 2014, contro il 19,8% del 2013, con un aumento del 12,3%. A conferma che il fenomeno è in crescita, nonostante che  il 56% conosca il rischio che tale acquisto comporta".

Su “contraffazione e l’abusivismo” sono  in programma iniziative congiunte   di sensibilizzazione dei consumatori,  a cura Confcommercio e Federmoda Taranto.

Sarà presentato domani, mercoledì 26 alle ore 9.30 nel Salone degli specchi a palazzo di città, il sistema di "Monitoraggio del Mar Piccolo per il contrasto ai reati ambientali con infrastruttura di videosorveglianza di tipo evoluto", realizzato nell’ambito del Programma Operativo Nazionale "Sicurezza per lo Sviluppo Obiettivo Convergenza 2007/2013" Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno. L’iniziativa progettuale è stata avviata dal Comune di Taranto, per il tramite della Direzione Ambiente, che ha operato in stretto raccordo con il Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, attesa la necessità di mettere a punto una condivisa e articolata strategia di interventi.

I lavori saranno aperti dal saluto del Sindaco di Taranto, Dott. Ippazio Stefáno. Seguiranno gli interventi del Prefetto di Taranto, Dott. Umberto Guidato, e del Comandante Provinciale Carabinieri di Taranto, Col. Daniele Sirimarco.

Gli aspetti relativi alla tutela della privacy nell’ambito del sistema di videosorveglianza ed i dettagli tecnico-operativi saranno approfonditi nella seconda parte programma della mattinata dal Prof. Michele Iaselli, Presidente dell’Associazione Nazionale per la Difesa della Privacy e da Giancarmine De Luca, Responsabile della divisione sistemistica SETI S.n.c..

Il sistema di videosorveglianza per il monitoraggio del Mar Piccolo è nato allo scopo di rispondere alle esigenze di sicurezza e di contrasto ai reati ambientali dell’area in questione, attraverso la realizzazione di un modello di controllo tecnologico, centralizzato ed integrato nel territorio. L’azione di sorveglianza dell’area consente di innalzare la capacità di contrasto ai reati ambientali, particolarmente quelli connessi allo sfruttamento illegale del sito e della possibile immissione sul mercato di prodotti contaminati, tutelando, nel contempo, lo sviluppo dell’economia legale e il recupero alla legalità.

L’architettura del sistema è basata su un’infrastruttura di rete mista in collegamento radio wireless composta da un impianto di telecamere di diversa tecnologia, una sala di controllo e una sala apparati presso il Comando di Polizia Locale di Taranto e una ulteriore sala operativa presso il Comando della Capitaneria di Porto di Taranto. Sfruttando poi la connettività esistente presso il Comando di Polizia Locale, mediante la fornitura di un firewall, i server sono pubblicati sulla rete internet, offrendo la possibilità alle altre forze di polizia (Questura, Carabinieri, Guardia di Finanza) di connettersi all'impianto. L’infrastruttura adotta tecnologie in grado di conferire al sistema notevole flessibilità, modularità, integrabilità e scalabilità.

La cerimonia di premiazione del concorso in memoria di mons. Guglielmo Motolese, fondatore della Cittadella della Carità, si terrà martedì 25 novembre 2014 alle ore 10.30 nell’Auditorium della struttura.

La sesta edizione del concorso sarà un momento di gioia, sia per l’obiettivo, ricordare l’opera preziosa di mons. Motolese , sia per la traccia di lavoro, scelta dall’arcivescovo mons. Filippo Santoro di concerto con il CdA della Fondazione San Raffaele Cittadella della Carità. Taranto città di frontiera, città di accoglienza; San Cataldo patrono dei forestieri - questo l’argomento su cui i giovani di Taranto si sono espressi. La Fondazione eroga, come segnale di apprezzamento verso l’impegno dei giovani del nostro territorio, volano del nostro futuro, 4.000 euro.  Quest’anno una borsa di studio sarà erogata anche al centro di Formazione “Mons. G.Motolese” di Malindi, in Kenya, Africa, nato nel 2004 sotto l’egida di  mons. Motolese.

La commissione valutante, composta da Adriana Chirico, referente dell’ UST di Taranto, Cosima Rochira, già presidente dell’Associazione dei Medici Cattolici di Taranto e da Maria Silvestrini, già  responsabile di Radio Cittadella, ha scelto i vincitori tra lavori ben svolti e  compiutamente preparati, che hanno evidenziato l’elemento comune presente in tutti i lavori, anche se con caratteristiche diverse: il grande cuore dei tarantini, che si sono spesi per  chi arrivava dal mare e denotava evidenti difficoltà.  Una città che, nonostante le problematiche economiche e sociali che sta vivendo,  sa esprimere una solidarietà meravigliosa, fatta di accoglienza amorevole, soccorso, sostegno, affiancamento. 

La cerimonia sarà aperta dai saluti del presidente e del vice presidente della Fondazione, dr.ssa Gianna Zoppei e avv. Lelio Miro. Concluderà i lavori l’arcivescovo Metropolita mons. Filippo Santoro.  In una nota scritta in occasione di uno sbarco di migranti a Taranto lo scorso mese di giugno, mons. Santoro diceva: ” La nostra città è diventata porto d’approdo dei tanti disperati che affrontano i rischi di un lungo viaggio e che si imbarcano su mezzi di fortuna per raggiungere territori dove sperano di costruirsi un futuro. E Taranto ed i tarantini hanno dato prova della loro umanità mobilitandosi immediatamente in aiuto di questi fratelli senza chiedersi di quale nazionalità fossero e perché fossero qui. Non ne sono stupito. Da quando sono in questa città ho avuto tante volte avuto modo di riscontrarlo. Le nostre parrocchie si sono messe subito in moto per raccogliere aiuti tramite le Caritas parrocchiali…….”

Questo lo spirito della Cerimonia di premiazione, nel corso della quale saranno letti e mostrati gli elaborati vincitori.

 

Si avvicina l'appuntamento con “Dove va la città?", il dibattito pubblico con il sindaco di Taranto Ippazio Stefàno che si svolgerà lunedì 24 novembre a partire dalle ore 16.30  nell'aula magna dell'Istituto Pacinotti in via Lago Trasimeno a Taranto, organizzato dal Giornale di Taranto (www.giornaleditaranto.com.)
 
Quello con il primo cittadino del capoluogo ionico è il secondo appuntamento promosso dalla testata giornalistica on-line dopo l'incontro pubblico con il prof.Giorgio Assennato, direttore generale di Arpa Puglia, l’Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente, svoltosi il 23 ottobre scorso.
 
Obiettivo del Giornale di Taranto è infatti quello di promuovere  incontri e dibattiti pubblici su argomenti di particolare interesse e importanza allo scopo di  favorire il confronto e la partecipazione. Quella di lunedì sarà un’occasione per focalizzare l'attenzione su Taranto, il suo presente e il suo futuro, grazie anche e soprattutto alle sollecitazioni che arriveranno dal pubblico presente in sala. I lavori saranno moderati dal giornalista Pierpaolo D'Auria. Ingresso libero.

La categoria autotrasporto dello Sna Casartigiani Taranto ha deciso da lunedì 24 a venerdì 28 novembre il fermo dei propri mezzi con sit-in di protesta agli ingressi del porto di Taranto, con presidio principale presso l’ingresso del molo polisettoriale, dove la categoria distribuirà dei volantini con le motivazioni del fermo e le proprie richieste.

"Ricordiamo - spiega lo Sna Casartigiani - che tutto ciò a causa dello stato precario, economico di lavoro che gli imprenditori del settore stanno vivendo dopo la decisione di Tct- Evergreen di bloccare i traffici locali, motivando la stessa per gli imminenti lavori di dragaggio e per la  ristrutturazione delle banchine".

La questione, ampiamente discussa sui vari tavoli istituzionali locali, è giunta, ormai, a una situazione di non sopportabilità, che costringe le aziende del territorio, stanche, senza commesse e senza lavoro a rivendicare "il proprio diritto di sopravvivenza. Le nostre richieste - spiega Casartigiani - sono il coinvolgimento diretto della categoia ai tavoli istituzionali ministeriali  dove tutte le parti interessate siano coinvolte. La cassa integrazione per tutti i dipendenti del settore. La moratoria dei debiti fiscali e previdenziali delle aziende. Il nostro interesse è ottenere risposte serie, precise e trasparenti, sul futuro del porto di Taranto, al fine di salvaguardare le nostre aziende, famiglie e dipendenti. Inoltre - conclude Casartigiani - la categoria ha apprezzato lo sforzo dell’Autorità portuale di trovare una soluzione alla vertenza proponendo l’affido temporaneo del molo San Cataldo al fine di garantire il traffico locale di container ma gli autotrasportatori tarantini hanno chiesto la verifica della fattibilità tramite la costituzione urgente di un tavolo tecnico presso l’Autorità portuale con tutte le rappresentanze interessate alla questione". 

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