Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator
Preferenze sui cookie
Giornale di Taranto -
×

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 170

Mancano meno di tre settimane alla stagione “XXIII Eventi Musicali” 2014-2015 di Taranto dell’Orchestra Magna Grecia che inizierà, il 17 novembre al Teatro Orfeo, con un grande concerto di presentazione: “Tchaikovsky-Brahms III”, con la giovane pianista Leonora Armellini, assurta alla popolarità l’anno scorso sostituendo Daniel Barenboim al Festival di Sanremo, che suonerà il monumentale Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in si bemolle minore, op. 23 di Pyotr Ilyich Tchaikovsky; con lei sul palco l’Orchestra della Magna Grecia, diretta da Luigi Piovano, che poi eseguirà la Sinfonia n. 3 in Fa maggiore Op. 90 di Johannes Brahms.

Sarà l’inizio di una straordinaria stagione concertistica in grado di soddisfare i “palati musicali” più esigenti!

Così si presenta il cartellone che anche quest’anno porterà a Taranto tantissimi grandi “nomi” della musica: Dee Dee Bridgewater che duetta per la prima volta con Fabrizio Bosso, il pianista Pierluigi Camicia in “Rapsodia in blue”, Al Bano Carrisi ne “La voce dell’anima”, il “direttore principale” Luis Bacalov che suona Mozart, la voce-jazz di Simona Molinari in versione natalizia, per non parlare del “Trockadero de Monte Carlo”, la compagnia di danza classica più irriverente, dissacrante e divertente del mondo!

Sarà dedicata all’opera una serata nella quale al Teatro Orfeo saranno proposte tre “operine” di Menotti, Rota e Bernstein, tutte con simpatici equivoci di vita quotidiana sui “Difficili rapporti di coppia”…

L’Orchestra Magna Grecia ospiterà tanti solisti di eccezione come Mariangela Vacatello, Leonardo Colafelice e Grazia Raimondi, e direttori di chiara fama come Luigi Piovano, il suo “direttore musicale”, Stefano Fonzi, Antonio Palazzo, Carlo Ponti Jr, Oleg Caetani, Jesus Medina e Michele Nitti, tutti impegnati nell’esecuzione di capolavori assoluti di grandi compositori della “classica” come Tchaikovsky, Gershwin, Verdi, Mozart, Prokofiev, Brahms, Bernstein, Rota, Trovajoli, Rachmaninov, Nielsen e Saint-Saëns, ma anche, come è ormai “tradizione”, in concerti con digressioni in altri generi come il jazz, il pop e la canzone folklorica e quella d’autore.

Tantissimi concerti straordinari il cui biglietto, se si sottoscrive l’abbonamento, ha un costo accessibile a tutti: meno di dodici euro, un piccolo “miracolo” reso possibile anche grazie a Ubi Banca Carime che da anni è vicina all’Orchestra.

Già iniziata la campagna abbonamenti, da quattro anni i prezzi sono invariati: Poltronissima € 279, Platea centrale e I Galleria € 259 e II e II Galleria € 235; informazioni: Orchestra Magna Grecia, via Tirrenia n.4 Taranto (099.7304422) e via Giovinazzi n.28 (cell. 345.8004520) o Basile Strumenti Musicali, via Matteotti n.14 Taranto (099 4526853), www.orchestramagnagrecia.it.

E' una richiesta chiara d’intervento da parte delle Istituzioni in merito alla vertenza Evergreen, che non riguarda solo i dipendenti diretti del porto ma anche 
tutto l’indotto, quella che arrive dalle imprese di autotrasporto aderenti allo Sna-Casartigiani.
"Da un’analisi fatta dai nostri uffici - si legge in una noto - ci risulta che il 70% delle imprese di autotrasporto iscritte all’albo hanno come committente primario la società TCT. Autotrasporto che rappresenta un’ampia fetta dell’apparato produttivo territoriale. Analizzando la storia del comparto jonico, si evince che più volte lo stesso ha dovuto riconvertirsi in base alle committenze che si sono susseguite nel tempo, vedi: Belleli, Cementir, fonderie Sural, Ilva e infine Evergreen. Una storia travagliata. Cambiano gli attori ma la storia è la stessa, dopo il blocco totale delle commesse Ilva e i ritardati pagamenti ormai fermi ad aprile 2014 ora anche la beffa TCT con l’eliminazione di tutte le tratte transoceaniche e la riduzione notevole dei trasporti locali. Nello specifico - prosegue la nota - in queste settimane abbiamo visto notevoli cambiamenti nella struttura organizzativa di TCT quali: dal 9 ottobre Evergreen non accetta più booking in import sia in export per Taranto riscontrabile anche sul sito istituzionale della stessa azienda. L’unico servizio garantito è quello “navetta” tramite fender che ogni domenica dovrebbe fare la sfonda da Piraeus a Taranto. Però in queste settimane la navetta ha scaricato presso il terminal container pieni di merci destinati al mercato locale, mentre, al contrario, per le merci in export non vi sono state movimentazioni. Sono stati ridotti gli orari di accesso al Terminal per il carico e scarico (8:30 13:00 – 14:30 – 17:30). E’ stato ridotto il personale delle gru con conseguente disservizio e riduzione della sicurezza".
Tutto ciò, fanno notare gli autotrasportatori di Sna-Casartigiani,  ha portato alla paralisi di circa il 90 % delle imprese di autotrasporto. "Tutti questi avvenimenti - sottolineano - ci portano a pensare che le intenzioni di TCT non siano di sviluppo e di crescita, e il temporaneo blocco delle attività motivate dallo stesso per i lavori di dragaggio del porto sono solo scuse per non investire sul nostro scalo. Ci domandiamo perché tutto questo? Se il porto di Taranto è uno degli scali più nuovi tra i vari porti Italiani, uno scalo strategico per i traffici del mediterraneo, un porto con tutte le carte in regola sia sul piano della posizione geografica che sul piano strutturale".
Pertanto la richiesta Sna-Casartigiani è quella" di una programmazione trasparente e partecipata dello scalo tarantino, chiediamo chiarezza sulle intenzioni di TCT. Se intende rimanere a Taranto deve garantire il traffico locale unico mezzo di sopravvivenza delle imprese di autotrasporto. Caso contrario, va individuato un altro soggetto idoneo alla gestione degli spazi. Per quanto detto, al fine di salvaguardare le nostre aziende, le famiglie e i dipendenti chiediamo, in attesa delle risposte, la cassa integrazione per tutti i dipendenti, la moratoria dei debiti fiscali e previdenziali delle aziende, il coinvolgimento diretto della categoria ai tavoli istituzionali ministeriali e locali".

Appalti publici: il sistema imprenditoriale jonico rischia seriamente di essere tagliato fuori dal mercato a causa di una politica amministrativa comunale che sembra non tener conto, malgrado le pur reiterate sollecitazioni di Confindustria, delle specificità della composita e qualificata platea delle imprese del territorio, alle quali vengono impedite, in tal modo, anche possibili alleanze con realtà imprenditoriali esterne. Gli ultimi procedimenti -  riguardanti una manifestazione di interesse ed un affidamento, riguardanti servizi di pubblico interesse – vanno purtroppo, infatti, proprio nella direzione contraria ad un corretto – e dovuto – coinvolgimento del sistema delle imprese in materia di appalti pubblici, e i  risultati, in termini di risposta ai procedimenti stessi, parlano chiaro: le aziende non si presentano oppure si presentano in pochissime, a conferma delle eccessive restrizioni imposte dai bandi di gara- o comunque degli affidamenti come in questo caso -emanati dalla pubblica amministrazione.  E non parliamo solo del sistema meramente locale: nel caso segnalato al sindaco Stefàno, i requisiti richiesti apparterrebbero, indagini e dati alla mano, solo ad un paio di realtà imprenditoriali nello scenario europeo.

Da qui la lettera aperta di Confindustria Taranto al primo cittadino in cui si chiede, oltre a rivedere, ex novo, l’impianto procedurale dell’affidamento in scadenza, di adottare una politica più rispettosa dei requisiti del sistema imprenditoriale, adottando significativi  -e risolutivi – accorgimenti, sempre entro i canoni e i regolamenti previsti dalla legge.

"Tra le tante questioni di cui certamente si starà occupando, - scrive Confindustria - le vogliamo segnalare le vicende che riguardano due procedimenti, un avviso per manifestazioni di interesse ed un affidamento, messi di recente in campo dalla sua amministrazione. Ci riferiamo alla richiesta di manifestazioni di interesse per l’affidamento del servizio di adeguamento normativo e manutenzione degli impianti degli edifici scolastici, - prosegue Confindustria - una sola disponibilità ci risulta pervenuta, ed a quella per l’affidamento della gestione del servizio di illuminazione pubblica, globale manutenzione, realizzazione di interventi di efficienza e di ammodernamento ed adeguamento normativo degli impianti comunali, in scadenza nelle prossime settimane".

Confindustria fa presente, infatti, che si tratta entrambi di "procedimenti ambiziosi per entità del servizio e innovatività dello schema operativo proposto, il finanziamento tramite terzi, e proprio per questo, al fine di non vanificarne gli esiti, avrebbero meritato attenzioni e cure particolari nelle impostazioni economiche proposte ai concorrenti e nei requisiti di partecipazione agli stessi richiesti. Nelle pubbliche sollecitazioni di investimenti privati, la tenuta e certezza del business plan e la ragionevole adeguatezza dei requisiti di accesso sono condizioni imprescindibili per il buon esito delle operazioni e ci rammarica constatare come, su questo fronte, l’amministrazione continui a procedere per tentativi, evitando confronti e verifiche di fattibilità con chi è portatore di competenze ed esperienze in materia. Se la prima iniziativa non è andata a buon fine, - sottolinea Confindustria - la gara per la pubblica illuminazione rischia di non vedere quell’ampio e naturale confronto concorrenziale che ogni amministrazione auspica per poter meglio scegliersi, tra tanti, il partner economico con il quale legarsi per molti anni ed al quale affidare le sorti di una importante infrastruttura pubblica. Per come è strutturato il bando e considerando le caratteristiche dell’offerta imprenditoriale nel mercato della gestione dei servizi energetici, si rischia a nostro avviso di restringere maniera eccessiva e del tutto immotivata il numero dei potenziali concorrenti. Siamo intervenuti per tempo informando l’amministrazione di tale rischio ed evidenziando alcune delle criticità presenti nel bando sotto il profilo della eccessiva selettività di alcuni requisiti, molto più elevati di quelli richiesti in analoghi affidamenti del servizio di illuminazione pubblica in città ben più grandi di Taranto, e della illogicità di alcune prescrizioni che di fatto impediscono l’attivazione di collaborazioni e sinergie tra le imprese del territorio ed i partner nazionali ed europei qualificati".

Per questi motivi è opinione di Confindustria che se l’aministrazione "come temiamo" si troverà con un numero irrilevante di partecipanti e altrettanto irrilevanti offerte "da cui non risulteranno pienamente conseguibili gli obiettivi pubblici di qualità e convenienza, riteniamo più opportuno non aggiudicare e rivedere conseguentemente l’intera procedura, con nuove impostazioni economiche e nuovi requisiti. Solo la concorrenza garantisce l’interesse pubblico e solo da una competizione ampia e qualificata possono giungere le soluzioni, economiche e progettuali, migliori e più vantaggiose per l’amministrazione e l’intera città. Non possiamo permetterci - conclude Confindustria - di accumulare altre battute di arresto, mettendo a rischio procedimenti che sono occasione di investimento, di riqualificazione ed ammodernamento della nostra dotazione di infrastrutture urbane"

“Esprimo soddisfazione per la conclusione positiva del tavolo Natuzzi convocato oggi”. Così l'assessore regionale al Lavoro, Leo Caroli, a conclusione dell'incontro tenutosi a Roma dal quale è emerso che la Regione Puglia si accollerà gli oneri dell’anticipazione della cassa integrazione da parte delle banche, grazie al contenuto dell’accordo già sottoscritto dalla Regione con l’Abi. Infatti i lavoratori potranno riscuotere già da subito l’indennità di cassa integrazione anticipata dalle banche, senza dover attendere la firma del decreto ministeriale.

         A tal fine, entro sette giorni, si terrà in Regione una riunione operativa tra azienda, sindacati ed associazione delle banche per la gestione pratica dell’accordo, in particolare per la vertenza Natuzzi.

         “Abbiamo quindi acquisito – spiega Caroli - la disponibilità di azienda e sindacati a riprendere la trattativa interrotta sulla riorganizzazione del lavoro. L’azienda si è impegnata a calendarizzare il nuovo incontro romano presso la Federlegno, entro 15 giorni da oggi. Dall’altro lato il sindacato terrà sospeso lo stato di agitazione dei dipendenti. L’obiettivo – conclude l’assessore - adesso resta la presentazione ufficiale di un piano industriale sostenibile, che consenta il rientro delle attività delocalizzate nell’est Europa e al tempo stesso l’avvio della reindustrializzazione degli stabilimenti dimessi, a partire da quello di Ginosa. Per questo la Regione farà ogni sforzo utile per favorire l’esito positivo della vertenza, con la riqualificazione del personale e il sostegno allo sviluppo”. 

Ormai sulla questione Tempa Rossa è un volare di stracci che vede politici, assessori e associazioni ambientalisti di vario genere rinfacciarsi accuse e responsabilità perdendo di vista il bene comune che ogni buona amministrazione dovrebbe assicurare ai suoi cittadini. Così, nel giorno in cui i gruppi di maggioranza di palazzo di città fanno "saltare" la sesduta del Consiglio comunale, nel corso della quale si sarebbe dovuto votare a favore della delibera che stoppa la parte relativa ai lavori per tempa rossa all'interno del poerto, ecco che a confronbtarsi a muso duro sono i consiglieri regionali Cervellera (Sel) e Lospinuso (Forza Italia) e l'assessore regionale Leonardo Nicastro.

Quest'ultimo è particolarmente duro nei confronti del consigliere Alfredo Cervellera. "Anche in presenza dell'evidente necessità di far valere la propria presenza sul proprio territorio, per fini elettorali immagino,  - attacca Nicastro - mi risulta difficile comprendere l'atteggiamento del consigliere Cervellera. L'avrei compreso, e forse accettato, da un qualunque altro consigliere ma da chi ha fatto l'assessore all'Ambiente nel Comune e ha portato in Consiglio comunale nel 2007 la delibera di intesa con l'Autorità portuale sul Piano regolatore del porto necessaria ad adottare lo strumento urbanistico del capoluogo ionico, francamente non mi è possibile. Soprattutto se si considera - prosegue Nicastro - che quell'intesa conteneva già la variante, richiesta da Eni nel 2003, di prolungamento del pontile petroli e di dragaggio dell'ara per permettere l'approdo delle navi. L'intesa tra comune e autorità portuale sul punto, fu portata in consiglio proprio dal consigliere che oggi grida allo scandalo, sulla base di atti adottati per il comune dal Commissario straordinario nel 2006". 

Ragion per cui Nicastro invita Cervellera "a rileggere lo stenografico del mio intervento sulla vicenda dove non c'è traccia di reprimende nei confronti di Arpa, né tanto meno di richieste di imprimatur a relazioni tecniche. Ho sottolineato, nel mio intervento, che la relazione era stata trasmessa agli organi consiliari e, sia pure con errato indirizzo, al presidente della Regione, dalla cui segreteria l'ho ricevuta in copia, e che non si era ritenuto di trasmetterla (dopo la redazione, non prima) anche all'Assessore all'Ambiente che, tra le altre cose, è anche presidente del comitato di indirizzo dell'agenzia. Devo anche ribadire - conclude Nicastro - che a seguito degli elementi contenuti in quella relazione abbiamo chiesto la riapertura dell'Aia ministeriale nell'arco di pochi giorni. Quindi, pur capendo l'imbarazzo di Cervellera che lo spinge a dover muovere le acque perché non si possa ricostruire il percorso amministrativo della vicenda in cui egli stesso è stato parte attiva, non posso esimermi dal fornire un elemento di chiarezza".

Più caustico nei confronti di Cervellera è il consigliere regionale Pietro Lospinuso. “Su Tempa Rossa - dice Lospinuso - si sta giocando col fuoco: si rischia di mettere in discussione 1000 posti di lavoro della raffineria Eni, 300 posti richiesti per la realizzazione degli investimenti, e l’impiego di almeno 50 imprese tarantine. Se per la sinistra e il collega Cervellera questi sono numeri trascurabili, è bene che i cittadini lo sappiano perché si sta giocando con il futuro del nostro territorio”.

Non solo ma Lospinuso sottolinea anche come lo stesso assessore Nicastro "chiarisce le idee ai confusi della sinistra. Innanzitutto, Cervellera non ricorda nemmeno quello che è stato approvato da lui in qualità di vicesindaco di Taranto. Infatti, come gli rammenta Nicastro, fu lui a portare in Consiglio comunale nel 2007 la delibera di intesa con l’Autorità portuale che conteneva proprio la variante richiesta dall’Eni di prolungamento del pontile. Quindi, l’intervento di allungamento in questione non c’entra nulla con il progetto Tempa Rossa e, pertanto, diventa ancora più incomprensibile la variante che il Consiglio di Taranto vorrebbe adottare. Inoltre, anche i serbatoi sono esterni all’area dell’Autorità portuale e autorizzati regolarmente dal Ministero e dal Crt, quindi non capisco a che titolo il Consiglio comunale voglia esprimersi su due questioni che non ineriscono con il Piano portuale. Poi, - prosegue Lospinuso - sarebbe il caso anche di chiarire a Cervellera altre due questioni: la prima, è che l’Eni non ha presentato la valutazione di incidenza sanitaria perché, semplicemente, non era tenuta a farlo perché richiesta solo da una legge successiva. Ciononostante, l’azienda si è detta disponibile a farlo. In secondo luogo, il programma di abbattimento delle emissioni Voc non è sottoposto ai termini indicati da Cervellera. Il collega è malinformato anche su questo e ignora che il Ministero abbia previsto che si presentasse il documento prima dell’inizio dei lavori, senza specificare altro e basta leggere il decreto autorizzativo. Pertanto –conclude l'esponente di Forza Italia - sarebbe il momento di smetterla di scherzare  e rincorrere filoni elettorali che possono solo danneggiare il nostro territorio ed il nostro tessuto economico”.
 

 

"L'Ilva inquina ancora". E' un giudizio tranciante quello che il gip del tribunale di Taranto, Patrizia Todisco, (notizia riportata da La Gazzetta del Mezzogiorno in un articolo a firma di Mimmo Mazza) ha recapitato al procuratore della Repubblica, Gianni Sebastio. Una relazione nella quale il gip segnala la prosecuzione dell’attività inquinante dell’Ilva, la stessa che portò nel luglio del 2012 al sequestro degli impianti a caldo dello stabilimento di Taranto. Il riferimento è alle relazioni dei custodi giudiziari (Barbara Valenzano, Emanuela Laterza e Claudio Lofrumento) secondo cui "gli interventi necessari per l’interruzione dell’attività illecita, a cominciare dalla copertura dei parchi minerari, non sarebbero stati attuati".

Convincimenti, quelli dei tre custodi giudiziari, che scaturiscono dai sopralluoghi che Valenzano, Laterza e Lofrumento hanno condotto, insieme ai carabinieri del Noe, all'interno dello stabilimento siderurgico tra febbraio e agosto scorsi, per verificare e documentare lo stato delle aree e degli impianti sottoposti a vincolo cautelare, nonché la situazione in atto riguardante le emissioni degli inquinanti degli stessi impianti ed il relativo sistema di monitoraggio.

E l'azione decisa del gip Todisco non fa altro che "confermare quanto segnalavamo da tempo con comunicati, esposti e misurazioni”, sottolineano Alessandro Marescotti, Antonia Battaglia, Fulvia Gravame e Luciano Manna di Peacelink Taranto i quali poi annunciano che, sull'intera questione, c'è stata la risposta della Commissione europea. Oggi sappiamo - aggiungono - che una pesante infrazione europea va avanti e si avvia ad uno stadio di non ritorno. Il governo europeo ha quindi detto che il Governo italiano è stato inadempiente su numerosi punti e continua ad esserlo. Dal canto suo la magistratura, che in questi mesi ha ispezionato l'Ilva tramite i custodi giudiziari, dispone ora di elementi per un giudizio su ciò che non è stato fatto dentro nella fabbrica”.

Dopo il 2012,, proseguono i quattro esponenti di Peacelink, i custodi giudiziari "hanno continuato a fare ispezioni e a raccogliere materiale per verificare lo stato di attuazione dell’AIA mentregli enti locali, che pure avevano firmato l’Aia, sottovalutavano il problema. Eppure era sotto gli occhi di tutti, lo abbiamo denunciato fino alla noia, che l’Aia rimaneva e rimane lettera morta per le prescrizioni più importanti. Eppure- sottolineano Marescotti, Gravame, Battaglia e Manna -  il sindaco di Taranto Ippazio Stefàno aveva dichiarato, dopo aver firmato l’Aia che si trattava di una firma condizionata e che,se entro tre mesi non avesse toccato con mano le novità richieste, approvate e sottoscritte, avrebbe ritirato la firma su questa autorizzazione ambientale. Questo sindaco non ha mantenuto la parola, "Oggi - concludono - il potere politico trema. Temiamo dei colpi di coda. Il Governo italiano sta cercando di correre ai ripari riscrivendo il reato di disastro ambientale e chiedendo al Senato di approvare al più presto un pessimo disegno di legge (il DDL 1345) già approvato senza opposizioni alla Camera. Quella legge,  riscrivendo malamente il reato di disastro ambientale, equivarrebbe a un'amnistia e metterebbe a serio rischio il processo all’Ilva e altri ancora".

"Il lavoro del dottore commercialista è insostituibile". Poche parole per esprimere un concetto ineludibile. Cosimo Damiano Latorre, presidente dell'Ordine dei dottori commercialisti e esperti contabili di Taranto, le dichiarazioni del premier Matteo Renzi (“... le partite iva non dovranno più spendere centinaia di euro per il commercialista e risparmieranno complessivamente 800 milioni di euro ...) non riesce a mandarle giù e le giudica  "una provocazione inaccettabile nei confronti dei dottori commercialisti ed esperti contabili. Per quanto mi riguarda, - aggiunge Latorre - avendo l’onore di essere il presidente dell'Ordine di Taranto, a cui oggi sono iscritti 1045 colleghi commercialisti,  dico che aspetti operativi di particolare rilevanza professionale, come le consulenze profuse nei confronti dei titolari di partita IVA che hanno la  contabilità forfetaria, si prestano a facile “propaganda”, ma il lavoro del dottore Commercialista e dell'esperto contabile, nel contesto delle dinamiche aziendali, ancorchè “de minimis”, è insostituibile".

Insomma, i dottori commercialisti e gli esperti contabili ionici non  ci stanno e a Renzi fanno presente che la loro "non è una categoria protetta attraverso le esclusive perché esercitiamo una attività libero-professionale volontariamente richiesta dal cliente a cui prestiamo assistenza e supporto costante sui numerosi adempimenti e scadenze, sempre più pressanti ed onerose, anche  al  fine di facilitare le decisioni dei Ministeri economici,  a “costo zero” per lo Stato".

e, ancora, "noi commercialisti non siamo una casta, o una lobby, tantomeno un club,  come invece si tenta di far  credere; siamo tutti iscritti all'Albo per l'accesso al quale vi è da completare prima un percorso di studi universitari, poi un tirocinio professionale ed infine l’“esame di stato” che abilita, finalmente,  all'esercizio della professione. Gli iscritti all’Ordine, inoltre, devono, farsi carico della formazione professionale continua  al fine di offrire prestazioni di qualità, a garanzia della  fede pubblica. E' vero - prosegue il presidente Latorre - i sistemi ordinistici italiani vanno modificati ed armonizzati in aderenza alle direttive U.E., ai modelli economici, finanziari e tributari innovativi, con la conseguenza che è stata accettata da tutti gli iscritti l’abolizione delle tariffe professionali, la vigilanza esercitata dal ministero della Giustizia, la responsabilità diffusa, il declassamento dell’intero lavoro intellettuale con la collegata minore remunerazione delle prestazioni rese; però, attenzione perché  il lavoro del professionista non è una merce, è invece il risultato dell’esperienza tecnica ed umanistica quotidiana, della conoscenza, dei saperi, che sono gli elementi posti alla base dell’evoluzione della civiltà delle nazioni. Noi siamo convinti che la programmazione economica e finanziaria del Paese dovrebbe passare anche attraverso l’audizione e il coinvolgimento degli Organi di rappresentanza della nostra categoria specialmente nelle  materie giuridico-contabili oggetto della nostra professione".

 Poi c'è il capitolo delle casse di previdenza. "Apprendiamo  - scrive Latorre - che il Governo vuole mettere mano, attraverso la tassazione delle rendite finanziare, anche alle nostre casse di previdenza che, a differenza di quello che si vuol far credere, non sono pubbliche,  e non possono essere utilizzate per altre finalità. Le categorie professionali,  ed i  commercialisti in particolare,  hanno i volumi di affari annui che hanno risentito in più forte misura della recessione in atto,  consapevoli di essere dinanzi a clienti privi  di liquidità, in un periodo di forti ristrettezze che ha determinato estreme difficoltà per il pagamento delle competenze".

Questioni importanti che Latorre evidenzierà al Consiglio nazionale nella prossima assemblea generale degli ordini territoriali programmata  a Roma per il prossimo 29 e 30 ottobre.

 

 

Taranto (R)Esiste! E’ lo slogan che accompagnerà il corteo dei lavoratori tarantini aderenti alla CGIL e che domani a Roma sfilerà contro la proposta di riforma del lavoro del premier Renzi.

Uno slogan che sarà supportato da una partecipazione di lavoratori inedita per la storia recente del sindacato in riva allo Jonio. Saranno, infatti, più di 2000 le persone che da ogni angolo della provincia tarantina hanno prenotato un posto sui pulman messi a disposizione dall’organizzazione della CGIL di Taranto.

Esistiamo e resistiamo – dice Giuseppe Massafra, neo segretario generale della CGIL di Taranto, visibilmente soddisfatto per l’imponente partecipazione che la provincia ionica assicurerà alla manifestazione romana – Esistiamo con il carico di un vertenza complessiva che è ben al di là di essere assunta come prioritaria anche rispetto alle riforme che questo Governo vuol mettere in campo, e che noi invece abbiamo dimostrato essere un punto di vista sbagliato, nulla a che vedere con la crescita.

Un osservatorio quello della CGIL jonica che nelle scorse settimane il rischio di discriminazione e licenziamento che si intende minimizzare con l’abolizione dell’art. 18 lo ha reso plasticamente portando in conferenze stampa, convegni, dibattiti e iniziative pubbliche i volti e le storie di uomini e donne discriminati nelle grandi aziende dell’appalto industriale ILVA, nei call center, nella scuola o nel pubblico impiego.

E’ su questi dati inconfutabili – continua Massafra - che abbiamo costruito una partecipazione massiccia e consapevole che Resiste anche alla delegittimazione continua degli strumenti di rappresentanza o che nel più classico divide et impera prova a indebolire il sindacato per affermare rendite di posizione che nulla hanno di costruttivo e nulla c’entrano con la difesa degli interessi dei lavoratori.

I pulmann messi a disposizione dalla CGIL partiranno alla mezzanotte di oggi (venerdì 24 ottobre) con raduno al Palamazzola e tutti gli altri centri della provincia. L’arrivo dei 2000 tarantini è previsto alle 7.00 di domattina in Piazzale dei partigiani. Da lì il corteo si muoverà verso Piazza S. Giovanni dove alle 12.30 è previsto l’intervento del leader nazionale della CGIL, Susanna Camusso.

Mercoledì 29 ottobre 2014il Movimento Shalom Onlus – Sezione Puglia, in collaborazione con il Centro Servizi Volontariato di Taranto, la Caritas Diocesana, il Club Unesco Taranto e le associazioni “Marco Motolese” e “Un mondo di colori”, ha organizzato nell’Aula Magna dell’Istituto Pacinotti (via Lago Trasimeno – Taranto), dalle ore 9.30, il Forum “Voglia di Pace” – Un ponte di pace contro le discriminazioni religiose.

La conferenza-dibattito, inserita nelle iniziative della X Rassegna provinciale del Volontariato e della Solidarietà promossa dal CSV Taranto, intende sensibilizzare i giovani studenti tarantini sul tema della Pace, che si costruisce partendo dal dialogo interreligioso e dall’abbattimento di ogni forma di pregiudizio e discriminazione. Una riflessione, supportata da testimonianze e attività concrete, per stimolare la ricerca di una “via della pace” diffondendo la cultura della non-violenza, della difesa dei diritti umani, della solidarietà per uno sviluppo equo e sostenibile che può realizzarsi solo con l’impegno fattivo di ogni singolo individuo ad abbattere barriere e cause dei conflitti, come suggerisce Papa Francesco.

I lavori saranno introdotti e moderati da Lucia Parente De Cataldis, responsabile regionale del Movimento Shalom Onlus (scuola di educazione alla pace e alla mondialità che attua cooperazione internazionale per promuovere la tutela dei diritti umani).

Porteranno i saluti il prof. Francesco Terzulli, preside dell'Istituto Pacinotti; mons. Filippo Santoro,-arcivescovo Diocesi di Taranto; don Gaetano Borsci, direttore Caritas e presidente onlus Un mondo di colori. Le relazioni saranno tenuta da mons. Andrea Pio Cristiani, fondatore Movimento Shalom, “Chiamati a piantare semi di Pace”; Roberto Pedron, fotografo professionista freelance in scenari di guerra, “Immagini dalla Siria”, testimonianza e videoproiezione.

Sono, altresì, previsti gli Interventi di don Franco Bonfrate, esperienza missionaria in Congo; Allul Satine, rifugiato politico originario del Sudan, “L’Islam pacifico”. I saluti conclusivi saranno affidati a Carlo Martello, presidente CSV Taranto; Carmen Galluzzo Motolese, presidente Club Unesco Taranto e associazione culturale Marco Motolese.

Il Fondatore di Shalom promuoverà durante il forum la campagna di sensibilizzazione #anchioesclusodalcaliffato a sostegno dei cristiani perseguitati in Iraq e in ogni parte del mondo.

 

Una sala buia in cui, grazie alla proiezione di un film, uno squarcio di luce illumina un problema del quale le cronache riportano ogni giorno episodi inquietanti: la violenza sulle donne.

Questa è la formula della Rassegna filmica sociale “Cambiamo regista: il mondo è di tutti”, una serie di sei proiezioni di altrettante pellicole la cui visione rappresenta il punto di partenza per un dibattito su tematiche di rilevanza sociale.

Il secondo appuntamento, con ingresso libero e gratuito alle ore 17.30 di domenica prossima, 26 ottobre, sarà dedicato al contrasto della violenza di genere sulle donne, un evento curato dall’associazione di volontariato Cerchio A.M.A.; in relazione al successo del primo appuntamento, l’evento si terrà nella ex Caserma Rossarol, la sede universitaria in via Duomo a Taranto, invece che nella Galleria Comunale del Castello Aragonese come precedentemente annunciato.

Sarà proiettato il film drammatico “La fiammiferaia”, pellicola del 1990 scritta e diretta dal finlandese Aki Kaurismaki: è la storia di Iris, operaia di una fabbrica di fiammiferi che vive una vita squallida accudendo una madre nullafacente e un patrigno violento. Una sera in una balera incontra Aarne, un uomo benestante che la illude e la mette incinta; in seguito l’uomo rifiuterà ogni aiuto a Iris, se non quello di un po’ di soldi per abortire: è solo l’inizio del tragico epilogo della storia…

 

La rassegna filmica è compresa nel programma (www.csvtaranto.it) della X Rassegna provinciale del Volontariato e della Solidarietà, la più importante iniziativa organizzata annualmente dal Centro Servizi Volontariato Taranto. Fino a tutte le prossime festività natalizie, la Rassegna animerà i quartieri di Taranto e due centri della provincia con un fitto programma di manifestazioni, tutte con ingresso libero e gratuito, il cui slogan è “La comunità al centro”.

Pagina 114 di 130